Viaggi da sogno

Perù: non solo archeologia

Dall’Amazzonia alla Valle Sacra degli Inca: viaggio tra i riflessi della foresta pluviale, isole abitate solo da animali marini e i tesori di Cusco e Machu Picchu.

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E’ universalmente noto per i suoi tesori archeologici, ma il Perù possiede anche una diversità biologica tra le più ricche al mondo. A cominciare dalla foresta amazzonica che ne ricopre oltre il 60% del territorio. Senz’altro meno conosciuta e sfruttata a livello turistico di quella brasiliana e per questo molto interessante.  

A nord-est la sua porta di ingresso è la vivace Iquitos, capitale della Regione di Loreto  affacciata sul Rio delle Amazzoni. La città dove Fitzcarraldo nel film di Werner Herzog voleva costruire il porto più importante del Rio delle Amazzoni e un grande Teatro dell’Opera per farvi esibire Enrico Caruso. Con mezzo milione di abitanti è la più grande città continentale del mondo che può essere raggiunta solo in barca o in volo (un paio di ore da Lima). Si cammina tra le antiche dimore in rovina dei vecchi magnati del caucciù, stradine dove sfrecciano motociclette a tre ruote, i moto-taxi, e mercati.  Da non perdere quello di Belèn, dove si trovano rimedi della medicina sciamanica per ogni problema e frutti singolari come il camu-camu che apporta 50 volte più vitamina C di un’arancia. Un mercato “vegetale” ricchissimo; del resto l’Amazzonia è la più grande “farmacia del Mondo” e sono numerosi i principi attivi dei farmaci che derivano da studi condotti su piante amazzoniche. 
 
Nella riserva nazionale di Pacaya-Samiria
Raggiunta Nauta a circa 100 km a sud ci si imbarca verso la riserva nazionale di Pacaya-Samiria, la più grande del Perù. Tra il Río Marañón e l’Ucayali, prima che i due fiumi si incontrino dando vita al Rio delle Amazzoni,  la riserva conta tre bacini idrici, due milioni e ottanta ettari di foresta pluviale, un’infinità di laghi, 250  varietà di pesci e 330 di uccelli, più di mille specie di piante. E’ nota anche come la Selva degli Specchi, perché i canali e i bacini, ricchi di tannini, riflettono il verde, l’azzurro del cielo e i tramonti infuocati. Durante il periodo dell’acqua alta (da dicembre a maggio) il livello sale di 14 m, mentre durante l’acqua bassa gli abitanti pescano, coltivano riso, mais e manioca ed è facile avvistare pigre tartarughe, caimani in pattugliamento e farfalle colorate. Al contrario, non si vedono turisti: solo 4.000 nel 2012 contro i 5.000 al giorno presenti a Cusco. Questo mondo incantato è infranto solo dai giochi dei delfini rosa e grigi che, insieme a gamberi e sogliole, si sono adattati nei secoli all’acqua dolce, perché qui, in tempi remoti esisteva il mare.  A bordo di piccole imbarcazioni ci si addentra in questo gioco di specchi punteggiato di candidi giacinti d’acqua, osservando martin pescatori  e bradipi immobili tra i rami. In acqua scorrazzano i piranha e il paiche: il pesce d’acqua dolce più grande al mondo lungo fino a 2,5 m. Le guide locali organizzano picnic con il gustoso Juane, così chiamato perché “ricorda” la testa di San Giovanni, a base di riso, platano, pollo e uova, “confezionato” in una foglia di maranta e accompagnano fino alla confluenza dei due fiumi, dove il Rio delle Amazzoni si presenta nella sua immensità. Per conoscere le comunità locali si può visitare il villaggio di San Jorge dove gli abitanti preservano l’antichissima lingua amazzonica cocamilla, la sera i ragazzini si tuffano in acqua dagli alberi e si esibiscono in danze ispirate all’Ayahuasca, rito di purificazione e guarigione sciamanico, e all’anaconda che ha il compito di trasferire la sua forza alle giovani durante il parto.  La sera, sprofondati in un’amaca e cullati dalla colonna sonora della foresta, si sorseggia un chuchuhuasi sour, dall’omonima pianta o un pisco sour, a base di pisco, liquore nazionale, albume, angostura e succo di limone.

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Le isole Ballestas, le piccole Galapagos peruviane
Da Iquitos si vola a Lima e si imbocca la Panamericana che costeggia il Pacifico diretti a sud, passando accanto all’antica città sacra preincaica di Pachacamac, l’area desertica di Chilca, famosa per gli avvistamenti degli UFO, Asia, con le sue spiagge frequentate dall’élite di Lima, le coltivazioni del pregiato cotone Pima e si arriva nella Regione di Pisco, città che ha dato il suo nome al famoso distillato di uve dove l’omonima Ruta conduce tra vigneti e cantine. A Paracas, che letteralmente significa “Pioggia di sabbia” per via dei forti venti, culla di un’antica civiltà pre-incaica, il deserto e il mare si incontrano. Al largo delle scogliere della riserva dove pullulano milioni di uccelli e vivono 2000 specie di pesce e 400 di alghe, le piccole isole Ballestas, rocciose e scure, lambite dalla fredda corrente di Humboldt, sono abitate da colonie di pinguini e leoni marini, migliaia di uccelli celebri per fornire il prezioso guano, fertilizzante che procurò molta ricchezza nell’Ottocento. Non si può scendere dall’imbarcazione ma è possibile vedere le colonie di animali molto da vicino, così come il Candelabro: geroglifico alto più di 150 m scolpito nella roccia la cui origine rimane ancora un mistero. Del resto Nasca, con le sue misteriose linee, è vicina. 

Verso la Valle sacra degli Inca
Un altro volo ed ecco Arequipa, ai piedi del grande vulcano El Misti (5.288 m) con un suggestivo centro storico di epoca coloniale Patrimonio mondiale dell'Umanità. Si passeggia lungo strade e piazze dove si affacciano chiese, monasteri e palazzi nobiliari costruiti nella locale pietra vulcanica dall'aspetto tufaceo e dalla caratteristica colorazione bianca che hanno valso ad Arequipa il soprannome "ciudad blanca". Attraversando la pampa di Cañahuas e Arrieros si entra nella Riserva Nazionale di Vicuñas, che conserva gigantesche rocce a forma di castelli e, passando ai piedi del vulcano Chachani si può scorgere, con un po’ di fortuna, il regale volo del Condor. E poi ammirare i vertiginosi 3000 m verticali del Canyon de Colca, il secondo più profondo al mondo. 
Si vola poi a Cusco con il suo fascino millenario, antica capitale dell’impero incaico. Vivace con la sua vita notturna animata da caffè e ristoranti la sera e molto interessante per via del suo  centro storico che preserva edifici di costruzione incaica come il Koricancha e il Palazzo dell’Inca Roca, le rovine di Kenko, Puka Pukará, Tambomachay, la fortezza di Sacsayhuaman insieme a strutture coloniali di stile barocco andino, come la Cattedrale e la chiesa della Compania.  A un’ora di distanza la Valle Sacra degli Inca si dispiega in tutta la sua magia con il tipico mercato di Pisac e la Fortezza di Ollantaytambo, che domina l’entrata della valle. Ultima suggestione inca: la magnetica Machu Picchu, la cittadella perduta nella valle dell’Urubamba, a circa 2.430 m  di altitudine. Una concreta sfida dell'uomo nei confronti della natura e un esempio di tenacia: fu costruita sul dorso di uno sperone sporgente nella parte intermedia di una montagna. Un dedalo di costruzioni abbarbicate alla montagna, quasi sospese, suddivise in due parti distinte: in basso, la zona agricola con le sue terrazze coltivate, in opposizione alla parte urbana, più vicina alle cime. Un luogo che appartiene al mito, che conserva ancora tanti enigmi e, non a caso, una delle sette meraviglie del mondo.

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Lima: capitale fantasmagorica

Lima vale assolutamente una visita. Una capitale giovane dove su nove milioni di abitanti, il 58% della popolazione ha meno di 35 anni. Con quartieri ricchi di architettura coloniale come i numerosi balconi di cedro e mogano, la Cattedrale, il Convento di Santo Domingo e quello di San Francisco, ma anche centri commerciali, grattacieli e giardini a Miraflores o gallerie d'arte e locali trendy a Barranco. Il centro della città racchiude anche imponenti monumenti archeologici come la Huaca Huallamarca e la Huaca Pucllana  e tanti musei. Da non perdere il museo Larco che conserva una collezione straordinaria di vasi e manufatti precolombiani. Grazie alla incredibile biodiversità di questo Paese (basti pensare che si coltivano più di 3000 varietà diverse di patate!) dovuta a un territorio che ha climi diversi tra la Selva, che corrisponde alla foresta amazzonica, la Sierra, ovvero la cordigliera andina, e la Costa semidesertica che s'affaccia sull'Oceano Pacifico, e grazie alla sua storia che ha accolto tante popolazioni diverse e per merito di una nuova generazione di chef capitanati da Gastón Acurio, il Perù possiede una gastronomia molto interessante e nel 2012 ha vinto il World Best Destination in tema di gastronomia. Val quindi la pena approfondire questo aspetto ed esplorare la cucina locale, magari iniziando dal ceviche, piatto fatto con pesce o frutti di mare crudi marinati nel limone con spezie o con il lomo (filetto) saltado. Si può scegliere tra 6000 cevicherie e ristoranti per ogni tasca e gusto, dove si possono provare piatti deliziosi, risultato della fusione della cucina europea, africana e asiatica con quella andina. Info: www.vuela.it  

Per continuare il viaggio, guarda il video tratto dall'archivio di Donnavventura

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