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Voti deludenti? Ripetizioni per gli insegnanti

Lo stabilisce il dl Scuola: nelle aree dove i test Invalsi evidenzieranno carenze in italiano e matematica, i docenti saranno obbligati a frequentare dei corsi di formazione pomeridiani

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Se gli alunni non raggiungono risultati esaltanti è colpa degli insegnanti. Questo il concetto espresso da un articolo del decreto legge scuola pubblicato in Gazzetta Ufficiale: nelle aree dove i test Invalsi evidenzieranno pericolose lacune nella preparazione degli studenti, i docenti dovranno frequentare dei corsi di formazione obbligatori. Un percorso extra rispetto all'orario lavorativo e dunque, con ogni probabilità, non retribuito.

Si tratta di una decisione allegata in extremis al testo del decreto e non sono ancora chiari modalità e durata di questi programmi integrativi, quel che è certo è che per il 2014 sono stati stanziati 10 milioni di euro.

Il teorema per cui dietro ad uno studente “somaro” c'è un docente incompetente non va giù ai sindacati: “Non sta né in cielo né in terra che si possa scaricare sugli insegnanti la colpa per risultati insoddisfacenti”, ha rilanciato dalle colonne de La Repubblica Francesco Scrima, vertice di Cisl Scuola. “È evidente l'influenza del contesto – prosegue Scrima - chi lavora in aree di più acuta emergenza sociale non merita questo genere di banalizzazioni”. Le periferie delle grandi città e il sud Italia, sono queste le zone dove i test hanno rilevato diffuse carenze in italiano e matematica: il gap con le regioni settentrionali va via via allargandosi con l'avanzare della carriera scolastica degli allievi, al secondo anno di superiori il punteggio in matematica degli studenti di Trento surclassa di ben 48 punti quello messo insieme dai ragazzi sardi; in italiano i virtuosi sono invece i lombardi, 214 punti in media contro i 183 raggranellati in Sicilia. Ripetizioni? Il ministero le ha inflitte ai loro docenti.

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