Non sarebbe stato il cancro ad uccidere Luca Olivotto, 28enne che si recò a Tirana per le cure nell’ottobre del 2012 e morì due giorni dopo. Al ragazzo venne diagnosticato un tumore al cervello nel giugno dello stesso anno e i genitori, disposti a tutto pur di trovare una cura, decisero di far ricoverare il figlio all’Universal Hospital Group della capitale albanese. La terapia anti tumorale comportava un costo elevato, circa 20mila, sostiene la famiglia Olivotto, ma lasciava intravedere prospettive “miracolose”.
In poche ore invece la situazione di Luca è precipitata e il giovane è morto tra le sofferenze. Ora i consulenti della Procura di Catania, dopo gli esami svolti, scrivono che il decesso è stato causato da "una gravissima alcalosi metabolica da somministrazione endoarteriosa di bicarbonato". Decesso che si tinge ancora più di giallo, visto che il ricovero venne indicato da Tullio Simoncini, medico radiato dall’albo nel 2003 e condannato per omicidio colposo e truffa.
Secondo i famigliari, "Luca è entrato con le sue gambe nella clinica di Tirana. La sera prima del trattamento rideva e scherzava con noi al ristorante. Lo abbiamo visto soffrire sempre di più, fiala dopo fiala, ma Simoncini ci rassicurava, dicendo che si trattava di una reazione normale e che il male stava regredendo grazie al bicarbonato". Secondo il medico il cancro è un fungo da debellare con infusioni di bicarbonato di sodio; inoltre per lui il ragazzo si trovava in condizioni gravissime già al momento dell’arrivo in ospedale. Per l’avvocato che assiste gli Olivotto la consulenza della Procura “è un primo passo verso un processo che inchioderà Simoncini e gli altri medici che lo hanno coadiuvato definitivamente alle sue responsabilità”.