Undici centimetri in un secolo: di tanto sono cresciuti i maschi europei, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Oxford Economic Papers da Timothy Hatton, professore di Economia presso la University of Essex. L’altezza media è passata, quindi, da 167 centimetri a 178, grazie a fattori economici e sanitari: redditi più elevati, diminuzione della mortalità infantile, migliori condizioni igieniche e alimentari.
Per lo studio, che ha preso in considerazione gli anni tra il 1870 e il 1980, sono stati analizzati i dati appartenenti a maschi ventunenni di 15 Paesi, suddivisi in tre macroaree, tra Nord (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia), Centro (Austria, Belgio, Germania, Gran Bretagna e Irlanda) e Sud Europa (Francia, Italia, Grecia, Portogallo e Spagna).
Secondo Hatton notevoli accelerazioni sull’aumento della statura si sarebbero verificati, in particolare, nel periodo precedente alla Grande Depressione (principalmente nei Paesi del Nord) e in quelli successivi alla Seconda Guerra Mondiale (in quelli del Sud). Un dato sorprendente, secondo i ricercatori, perché è solo negli anni successivi che si sono verificate importanti innovazioni nel campo della medicina moderna e dei servizi sanitari nazionali.
A incidere positivamente sulla crescita dei maschi europei sarebbero stati anche la diminuzione della fertilità e il conseguente ridimensionamento dei nuclei famigliari. Già in vari studi precedenti era emersa una correlazione tra la statura maggiore dei figli e le famiglie più ristrette.