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Ragazza incinta ferita, il cuore batte ancora Viene tenuta in vita per salvare il bambino

Sparatoria di Avellino, effettuato un delicatissimo intervento chirurgico sulla giovane madre

Ansa

Batte ancora il cuore di Carolina Sepe, la ragazza incinta ferita domenica scorsa a Lauro (Avellino), con un colpo di pistola alla testa durante un litigio nel quale è stato ucciso il padre. Dall'ospedale Cardarelli, dove è ricoverata, fanno sapere che batte anche quello del feto che ha in grembo, alla decima settimana di gestazione: i medici stanno facendo di tutto per tenerlo in vita.

Tutti gli sforzi dei medici del reparto di Rianimazione, ha detto il direttore sanitario del Cardarelli, Ciro Coppola, sono finalizzati a prolungare la vita di Carolina, 25 anni, per tentare di salvare il bambino. Coppola dice che, sostenendo le funzioni vitali della donna, di fatto i rianimatori difendono e sostengono la prosecuzione della vita del feto.

La ricostruzione della sparatoriaLa donna è stata colpita durante una sparatoria in cui dunque l'obiettivo era il padre di lei, come ha anche ammesso, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Avellino, Gianfranco Fiore, Domenico Aschettino. "Volevo chiudere definitivamente i conti con Vincenzo Sepe - ha detto -. Ero stanco delle sue continue provocazioni, ma poi ho perso la testa e ho cominciato a sparare all'impazzata". Così l'uomo ha ricotruito quanto avvenuto domenica sera nella frazione di Pignano di Lauro.

Aschettino ha ucciso a colpi di pistola il vicino di casa, Vincenzo Sepe di 40 anni, e ha tentato di sterminare la sua famiglia, ferendo quattro persone. Fra queste la figlia della vittima, Carolina, che è stata raggiunta da un proiettile alla testa.

Liti e provocazioni - Per tentare di spiegare la tragedia consumatasi in questo tranquillo angolo dell'Irpinia, Aschettino ha detto al gip di aver reagito a una provocazione di Vincenzo, con il quale sabato aveva avuto una discussione per motivi di traffico e che, a suo dire, gli aveva chiesto un risarcimento per un incidente che non era mai avvenuto.

Al termine dell'interrogatorio, il gip ha convalidato il fermo attuato dai carabinieri, al comando del colonnello Giovanni Adinolfi, subito dopo la tragedia. Inoltre ha accolto la richiesta del pm Antonella Salvatore di ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio e tentato omicidio premeditato aggravato dai futili motivi e lesioni aggravate. Si è invece riservata di decidere sulla richiesta del difensore di Aschettino, Annibale Schettino, di sottoporre l'uomo a perizia psichiatrica.

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