FOTO24 VIDEO24 2

Vive in carcere, ma è proprietario di una casa: "La cella è l'abitazione principale, paghi l'Imu"

L'uomo ha fatto ricorso al Garante regionale per i diritti dei detenuti. La questione burocratica verte sul concetto "di residenza abituale"

Ansa

Secondo quanto risulta alla sezione Tributi del Comune di Monvalle (Varese), il signor W.B. "abita" in via Cristina di Belgioioso n.120, Bollate. In più risulta co-proprietario di 2 abitazioni. Su queste, l'ufficio Tributi comunale, ha chiesto all'uomo il pagamento dell'Imu in quanto seconde case. Tutto nella norma quindi? Non proprio dato che "via Cristina di Belgioioso n.120" altro non è che l'indirizzo del carcere di Bollate.

Come racconta il quotidiano "Il Giorno", la vicenda alquanto bizzarra è arrivata sul tavolo del Garante regionale dei diritti dei detenuti della Lombardia, dopo che W.B., all'arrivo della cartella esattoriale, ha deciso di fare ricorso.

L'interpretazione del decreto sul calcolo dell'Imu - La questione, prettamente burocratica, riguarda l'interpretazione del decreto legislativo sul calcolo dell'Imu che prevede agevolazioni per la prima casa. Ma qual è la prima casa di W.B.? Stando al testo della normativa, sarebbe l'unità abitativa dove "il soggetto abbia la propria residenza anagrafica e vi dimori abitualmente".

Ma per il Garante questa interpretazione non può valere per i detenuti, come la legge prevede esplicitamente che non possa valere per le persone anziane costrette a trasferire la residenza "in istituti sanitari a seguito di ricovero permanente": per questi l'abitazione principale resta quella di proprietà, purché non affittata.

In attesa di una risposta dal Comune di Monvalle, mentre il Garante è pronto a dare battaglia, con tanto di interrogazione al ministero dell'Economia, W.B. avrà il tempo di domandarsi quanto in via Cristina di Belgioioso n.120 si senta come a casa.

Espandi