Geolocalizzazione? Condivisione dei propri dati e della propria posizione? No grazie. Sono sempre di più i ragazzi che si sbarazzano delle app scaricate sul proprio smartphone per difendere la propria privacy. Stando a una ricerca del Pew Research Center, noto istituto di ricerca con sede a Washington, i teenager americani tra i 12 e i 17 anni fanno molta attenzione al tipo di informazioni riservate che devono rendere pubbliche pur di usare una determinata applicazione.
La metà di loro vuole tenere per se informazioni riservate senza condividerele in rete. Se il 26% dei giovani intervistati disistalla un app dopo aver scoperto che immagazzina e conserva dati sensibili, quasi un ragazzo su due (il 46%) dichiara di aver disabilitato la geolocalizzazione, cioè quella funzione che segue gli spostamenti dell'utente e ne diffonde la posizione ogni volta che viene postato qualcosa sui social network.
Non si vuole far sapere a nessuno dove ci si trova in un determinato momento. E il pensiero è rivolto soprattutto ai propri genitori. Precauzione sensata visto che un report dell'istituo americano del 2009 ha dimostrato che la metà dei genitori di un ragazzo in possesso di un smartphone usa il cellulare per monitorare gli spostamenti del figlio.
Più preoccupate della condivisione della propria posizione sono le ragazze (il 59%) contro il 37% dei maschi. I giovani poi si dimostrano più prudenti: se il 56% dei giovanissimi ( dai 12 ai 14 anni) evita di scaricare app dopo aver scoperto che condividono "informazioni personali" il 49% dei più grandi (dai 14 ai 17) non se ne preoccupa, scarica l'applicazione e poi, se risulta troppo invadente la elimina.