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Musharraf incriminato per l'omicidio Bhutto

L'ex presidente del Pakistan, appena rientrato dall'esilio, è accusato di non aver impedito l'attentato alla leader del Partito popolare

Ap/Lapresse

L'ex presidente pakistano, Pervez Musharraf, è stato formalmente incolpato per l'assassinio di Benazir Bhutto. Lo riferiscono i media a Islamabad, citando una fonte giudiziaria. L'ex generale, tornato di recente dall'esilio, è stato accusato di non aver impedito l'attentato terroristico del dicembre 2007 dove morì la leader del partito popolare pachistano (Ppp), al termine di un comizio a Rawalpindi.

Musharraf, che da aprile si trova agli arresti domiciliari, si è presentato nelle ultime ore davanti a un tribunale antiterrorismo a Islamabad che ha tenuto una udienza a porte chiuse. I capi di imputazione che lo riguardano sono quelli di omicidio, complotto e favoreggiamento.

L'ex presidente, 70 anni, salito al potere nel 1999 dopo un golpe militare, ha negato tutte le accuse. "Questo processo ha dei chiari fini politici ha detto in aula -. Sono innocente e lo proverò". L'udienza è stata poi aggiornata al 27 agosto.

Tra i testimoni citati dall'accusa c'è anche il giornalista americano Mark Segal, che aveva intervistato la Bhutto al ritorno del suo esilio nell'ottobre 2007. L'ex premier gli aveva confidato che se le fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata di Musharraf. Alla conclusione della sua inchiesta lo scorso 25 giugno, la Federal investigation Authority (Fia) aveva incluso anche Musharraf tra le persone sospettate dell'attentato di Rawalpindi. Gli investigatori si erano basati proprio sulle dichiarazioni di Segal.

Ma per l'ex presidente i guai non sono finiti. Lunedì infatti un altro tribunale di Quetta, in Baluchistan, gli ha inviato una richiesta di comparizione per il 10 settembre relativamente al caso dell'assassinio di un leader separatista, Akbar Bugti.

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