In Sicilia, capodogli salvi con sensori hi-tech
Nelle profondità del mare vengono captati i loro versi per evitare incidenti con le imbarcazioni
Orecchie elettroniche hi-tech stanno catturando i segnali del passaggio dei capodogli in mare aperto, a sud est della Sicilia. Presto questo consentirà agli scienziati di proteggere i cetacei dai rischi dovuti all'attività marittima dell'uomo, calcolando le rotte di collisione con le navi e il grado di inquinamento acustico.
Sensori sottomarini - A "spiarli" è il più grande e più profondo apparato di ascolto sottomarino cablato del Mediterraneo: i 14 sensori acustici piazzati su una torre che l'Istituto nazionale di Fisica nucleare ha calato a 80 km a Sud Est di Capo Passero, in Sicilia, a 3.500 metri di profondità nello Ionio meridionale.
Un apparato scientifico che permetterà di seguire in tempo reale i versi dei capodogli e segnalare la loro presenza alle navi che rischiassero di incrociare la loro rotta o che producessero un inquinamento acustico pericoloso.
Si può ricavare la dimensione degli animali - Per ora, grazie al progetto Miur-Futuro in ricerca Smo che coinvolge l'Infn, l'Ingv, le Università di Roma Sapienza e Roma 3, e di Pavia, Messina e Catania, a funzionare a pieno regime sono i sensori acustici che ascoltano le "voci" dei grandi cetacei registrando cinque minuti ogni ora.
Giorgio Riccobene, dei Laboratori nazionali del Sud dell'Infn (Catania) ha detto: "Appena entrati in funzione, tra il 23 e il 27 marzo, hanno subito catturato i segnali dei primi capodogli il nuovo software ha permesso anche di stabilire la stazza di questi due animali, circa 12 metri. Potrebbero essere delle femmine o dei maschi giovani".
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