Una mummia umana alta 12 centimetri trovata in Cile. Un teschio dall’incredibile Dna scoperto in Messico. Luci improvvise che da 30 anni stupiscono la Norvegia. E ancora: le strane piramidi di Bosnia, gli Uomini-scimmia nelle foreste americane, le profezie sul futuro dei Papi di Roma… È un giro del mondo tra stranezze e curiosità, quello che propone “Misteri 2013: 10 enigmi che potrebbero essere risolti quest’anno”, un ebook edito da Panorama.it e scritto da Sabrina Pieragostini.
“Sì, è un viaggio nel mistero attraverso dieci casi emblematici per i quali la ricerca sembra essere arrivata a un passo dalla spiegazione. Si va dall’astronomia all’esobiologia, dal mito all’archeologia. E a parlare sono gli stessi studiosi che hanno svolto le indagini sul campo e avanzato nuove teorie”, dice la giornalista, caporedattore di Mediaset e volto del tg di Italia 1 Studio Aperto. Ma al consueto lavoro di redazione, la Pieragostini ha aggiunto un blog (“Extremamente.it”) e una rubrica televisiva ( dallo stesso nome) con i quali si è addentrata sempre di più in questi argomenti “di confine”, a metà tra scienza e fantascienza.
Come è nata questa passione per il mistero?
Un po’ per caso, grazie alla fornitissima biblioteca di colui che è poi diventato mio marito. Ho iniziato a leggere il primo libro sui Templari e non ho smesso più! Ho divorato in un battibaleno tutti i testi di archeologia misteriosa e passare da lì all’ufologia è stato un attimo… Mi sono appassionata, scoprendo connessioni che non immaginavo, e grazie al mio lavoro di giornalista ho potuto approfondire la materia intervistando di persona alcuni degli autori più importanti, a partire da Zecharia Sitchin che ho incontrato a New York nel 2010, pochi mesi prima della sua scomparsa. E poi tanti altri: Michio Kaku, Robert Bauval, Erich Von Daeniken, Graham Hancock, Roberto Pinotti, Andrew Collins, solo per citarne alcuni…
Ma Sabrina Pieragostini è credente o scettica?
Nessuno dei due. Entrambi i termini comportano, secondo me, una scelta di campo aprioristica, quasi fideistica- è tutto vero o è tutto falso, a prescindere. Io invece ho un atteggiamento più “laico”: espongo i fatti, ricostruisco le versioni, faccio parlare i protagonisti, do spazio ai testimoni… Senza preclusioni, senza preconcetti, rispettando le opinioni diverse anche dalle mie. Vorrei che fosse il lettore, una volta in possesso di tutti i dati, a trarre le conclusioni. Anche per “Misteri 2013” ho proceduto in questo modo.
Appunto, l’ebook uscito da qualche settimana, in qualche modo “figlio” del blog che ha appena compiuto due anni ed è già diventato un punto di riferimento per gli appassionati del genere. Il libro virtuale si può scaricare al costo di 2,99 euro sul sito. Uno degli argomenti trattati è il misterioso corpicino mummificato rinvenuto, anni fa, nel Deserto di Atacama, in Cile. Di recente il reperto è stato sottoposto a una serie di analisi che hanno dato un risultato pressoché definitivo: quell’esserino alto 12 centimetri era umano. Ma anziché far gioire gli scienziati, questo esito ha aperto una nuova, scottante questione…
Proprio così. Chi prevedeva che le analisi di Garry Nolan, biologo californiano, potessero scrivere la parola fine sulla questione si è sbagliato di grosso. Ata - come viene soprannominato negli Stati Uniti quell’esserino - non è alieno, a differenza di quanto aveva asserito l’ufologo Steven Greer. Ma dover accettare l’esistenza di un essere umano, vissuto fino all’età di 6-8 anni (dunque, un bambino), dalle dimensioni tanto microscopiche è un duro colpo per biologi e antropologi. Nell’intervista che mi ha concesso, il dottor Nolan è stato tanto onesto da ammettere che la scienza non può spiegare tutto. Per esempio, non può spiegare come sia possibile che quella creatura lillipuziana, grande quanto un elfo, non presenti nel suo Dna alcun gene che giustifichi quel nanismo esasperato né le altre anomalie che quel corpo mummificato mostra. Comunque, un vero mistero.
Così come misterioso è il caso dello Starchild, un teschio molto strano che venne trovato in una grotta messicana negli anni ’30 del secolo scorso. Sembrava il cranio deformato di uno sfortunato ragazzo affetto da qualche rara malattia e invece si sta rivelando un vero rompicapo.
Sono in contatto da tempo con Lloyd Pye, un ricercatore americano che ha avuto l’incarico di scoprire la reale natura di questo reperto. Negli ultimi tempi, grazie agli sviluppi delle tecniche di laboratorio, ha raggiunto risultati sorprendenti, anche se ancora molto parziali e quindi non conclusivi. Per ora però tutti gli indizi convergono su un punto incredibile: il genoma di quella creatura non avrebbe molto a che spartire con quello umano né con quello delle altre creature della Terra. Non sembra paragonabile con nessuna sequenza genetica conservata nei più completi data-base. Insomma , davvero un Bambino Stellare…
Di stelle, o meglio, di comete si parla in un altro capitolo dell’ebook. Al centro dell’attenzione Ison, che a breve farà la sua comparsa nei nostri cieli. L’arrivo è previsto per dicembre - insomma, giusto giusto per Natale. Ma perché mai una cometa, per quanto affascinante, dovrebbe costituire un enigma?
Perché a differenza del solito, la Nasa e le altre organizzazioni astronomiche sono stranamente caute nel parlare di Ison, nel definirne la grandezza, nel mostrarne le immagini. Anzi, la prima foto scattata dal telescopio Hubble e resa nota dall’ente spaziale americano risale ad aprile ed è stata presentata in colori alterati, cosa che rende impossibile valutare la reale dimensione della chioma. Tutto ciò ha fatto diffondere sul web voci incontrollate che vorrebbero Ison molto più grande - e quindi molto più pericolosa - di quanto non ci abbiano detto. Ma nell’articolo si prende in considerazione anche il notevole incremento di comete giunte nel nostro sistema solare negli ultimi mesi, alla luce di un'ipotesi tutta da dimostrare: quella della presenza di un corpo sconosciuto in avvicinamento verso il Sole. C’è chi lo chiama Nibiru, chi Nemesi, ma poco cambia. Senza fare allarmismi inutili, tutte queste teorie vengono esposte e spiegate. Con la speranza, ovviamente, che Ison sia esattamente quello che tutti noi ci aspettiamo: una supercometa che splenderà come la Luna piena nella notte di Natale.