SERRATA DELLE BOUTIQUE

Milano, scontro tra Comune e Dolce&GabbanaGli stilisti chiudono i negozi: "Siamo indignati"

Dopo le polemiche con l'assessore D'Alfonso e gli insulti su Twitter, oggi la protesta con la serrata delle boutique per tre giorni

© twitter

Lo scontro tra Palazzo Marino e Dolce e Gabbana si fa di ora in ora più aspro. Perché dopo le dichiarazioni dell'assessore al Commercio del Comune di Milano, Franco D'Alfonso, la risposta infarcita di insulti a firma di Stefano Gabbana, e l'intervento del sindaco, Giuliano Pisapia, gli stilisti hanno deciso di chiudere per 3 giorni i loro negozi nel quadrilatero della moda. "Chiuso per indignazione", si legge in un messaggio affisso sulle vetrine.

Le dichiarazioni di D'Alfonso e la replica di Gabbana - A scatenare la guerra sono state le frasi dell'assessore D'Alfonso, riportate da alcuni quotidiani. "Qualora stilisti come Dolce e Gabbana dovessero avanzare richieste per spazi comunali - ha detto l'assessore - il Comune dovrebbe chiudere le porte, la moda è un'eccellenza nel mondo ma non abbiamo bisogno di farci rappresentare da evasori fiscali". Apriti cielo. "Fate schifo", ha risposto Stefano Gabbana su Twitter, in un tripudio di punti esclamativi e ritwit di fan e sostenitori.

Intervenuto anche il sindaco Pisapia - Poche ore, ed ecco la precisazione imbarazzata dell'assessore. "Era una frase estrapolata da una conversazione informale riguardante argomenti generali, che non esprimeva l'opinione dell'Amministrazione. La presunzione di innocenza vale per tutti". Ma non è bastato. E' dovuto intervenire anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che se la cava con un colpo al cerchio e uno alla botte: "La battuta dell'assessore D'Alfonso è stata improvvida, ma la reazione di Stefano Gabbana è stata ingenerosa". "Milano è la capitale della moda, un settore che sosteniamo con piena convinzione e massimo impegno", ha aggiunto Pisapia.

Negozi chiusi per tre giorni - Ma quando i toni sembravano smorzarsi, ecco la clamorosa iniziativa dei due stilisti, che hanno chiuso le loro boutique milanesi. "Chiuso per indignazione", con tanto di traduzione in inglese, è la scritta che appare in vetrina su grossi cartelli. Sotto, l'articolo con le dichiarazioni incriminate.

"Indignati per come siamo stati trattati dal Comune di Milano, abbiamo deciso di chiudere i negozi della città per i prossimi tre giorni a partire da oggi (nove esercizi commerciali) - si legge nel comunicato diffuso dai due stilisti -. La chiusura dei negozi di Milano è un segnale del nostro sdegno'".

"Dipendenti comunque pagati" - Nel periodo di serrata Dolce e Gabbana hanno assicurato che i dipendenti saranno comunque pagati. "Solo presso i nostri negozi di Milano - hanno ricordato i due stilisti - sono impiegate oltre 250 persone che, nei prossimi giorni saranno comunque regolarmente retribuite, sebbene le attività resteranno chiuse".

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