Siamo abituati a pensare agli alberi come "filtri" naturali dell'aria ma anche i molluschi fanno la loro parte nel sequestro del carbonio. In virtù di questa caratteristica, i molluschicultori potrebbero avere dei crediti di carbonio. Le imprese italiane, grazie a un accordo potranno entrare a pieno titolo nel mercato che regola le emissioni di gas serra (Emission Trading Scheme - Ets), una sorta di "borsa" che fornisce incentivi economici a chi vuole ridurre le esalazioni tossiche.
Buoni e bravi - Il Protocollo d'intesa è stato firmato tra il presidente di Unindustria Rovigo, Gian Michele Gambato, e il presidente Lega Pesca, Ettore Ianì, con gestione affidata all'Associazione mediterranea acquacoltori (Ama). I frutti di mare, prima voce dei consumi ittici nostrani, non deliziano solo il palato degli appassionati.
Cozze, vongole e ostriche, tra le specie più allevate, giocano un ruolo fondamentale di arma contro i cambiamenti climatici, grazie ai sensibili quantitativi di CO2 naturalmente assorbiti nel meccanismo di fissazione del carbonato di calcio di cui sono composte le conchiglie.
Un valore economico in più - Da prime ricerche condotte sui mitili, il rapporto è di circa 1 tonnellata di CO2 fissata nei gusci di 3 tonnellate di mitili freschi. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal Protocollo di Kyoto hanno reso le quote di carbonio fissate nelle produzioni nazionali di molluschi un valore economico, che ora Unindustria di Rovigo, forte del Distretto Ittico polesano, e Lega Pesca si propongono di quantificare e valorizzare sul mercato degli scambi italiano. Il programma congiunto di azioni prevede che, sulla base di un accurato studio scientifico, volto non solo alla determinazione delle quantità di CO2 fissate, ma anche e soprattutto alla definizione dei parametri e dei processi di certificazione che determinano la quantificazione dei crediti in funzione dei diversi processi produttivi, possa essere messo a regime, e contrattualizzato nei suoi aspetti più propriamente commerciali, un sistema di conferimenti delle quantità di CO2 assorbite da parte delle imprese operanti nel comparto.
Diversi step - Nella prima fase saranno coinvolte le imprese aderenti all'Ama, Associazione mediterranea di Lega Pesca, che copre oltre il 50% della produzione nazionale di mitili (63.000 tonnellate totali), il 30% delle 35mila tonnellate di vongole veraci allevate in Italia, e il 100% della produzione nostrana di ostriche, che si attesta sulle 11 tonnellate.
Ettore Ianì, presidente di Lega Pesca dichiara: "Siamo soddisfatti di una operazione che inserisce a pieno titolo la filiera ittica nella green economy. E' un riscatto del ruolo e del contributo che l'acquacoltura offre alla salvaguardia dell'ambiente, che rimane un obiettivo da perseguire a 360 gradi, nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile".
Acquacoltori custodi dell'ambiente - Giuseppe Prioli, presidente Ama sottolinea: "Si gettano le basi non solo per un nuovo modo di fare impresa in acquacoltura ma anche per rendere gli acquacoltori protagonisti di un nuovo ruolo nei confronti dei consumatori: non solo garanti della qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole, ma anche custodi dell'ambiente".