trasferimento anomalo

Nick Pugliese, il soccer sbarca in Afghanistan

Il calciatore era sbarcato nel Paese del Vicino Oriente per lavorare nelle telecomunicazioni, ma poi è stato ingaggiato da una squadra militante nella massima serie del campionato di calcio

© Twitter

Sicuramente il campionato di calcio afghano non è tra i più prestigiosi, ma c’è comunque chi ha rinunciato al suo lavoro per potervi partecipare. Nonostante sia nato negli Stati Uniti e sia laureato in Scienze Politiche e Filosofia al Williams College, in Massachusetts. Lui si chiama Nicholas Pugliese, 23enne cittadino americano di chiare origini italiane, divenuto presto la stella del calcio d’Afghanistan. Nick, come lo chiamano gli amici, si è raccontato a Sport Illustrated, dove ha spiegato i motivi della sua decisione. Una scelta di vita che appare strana a tutti, a partire dai suoi genitori e dai compagni di squadra, ma della quale lui va orgoglioso.

Nick è americano, ma la passione per il calcio è quella tipica degli italiani: “I miei bisnonni sono siciliani, anche se non ricordo il nome del posto”, rivela infatti il protagonista. Il giocatore milita nel Ferozi Fc, club con sede a Kabul. Nella capitale afghana è iniziata sua avventura fuori confine, per lavorare alla Roshan, società che si occupa di telecomunicazioni. 

Dopo aver ottenuto la laurea, Nick ha deciso di cercare lavoro all’estero in una nazione emergente, accettando quindi un impiego proprio alla Roshan. Qui però ha capito di non poter coltivare la sua grande passione, il calcio, come faceva durante gli studi nella squadra di facoltà, dove portava la fascia di capitano. Per giocare al soccer in Afghanistan infatti si corrono troppo rischi, specie se l’interessato è dipendente del primo gestore telefonico del Paese. Le norme di sicurezza imposte dalle autorità gli negavano la possibilità di scendere in campo, anche solo per hobby, e di allenarsi. Nick, in un secondo momento, è comunque riuscito ad ottenere un permesso per allenarsi con un team di dilettanti una volta ogni quindici giorni. Da lì la svolta. I compagni gli presentano l’allenatore del Ferozi, che ad aprile gli offre un contratto, non proprio da top player. Trecento euro al mese, che lo convincono comunque a firmare e a lasciare il lavoro, per incompatibilità degli impegni. 

Il campionato inizierà a ottobre, ma recentemente il Ferozi ha trionfato nella Kabul Cup. Nel frattempo, Nick si sta inserendo nei ritmi di vita afghani, consapevole dei rischi che corre quotidianamente, anche per via della sua nazionalità. “Non escludo anche il rischio di essere rapito, cosa che preoccupa maggiormente i miei genitori e che all’inizio mi teneva sveglio la notte. Tuttavia, in generale, posso dire di sentirmi sicuro”, ha affermato il primo calciatore yankee d’Afghanistan.