Dalla vicenda delle tre ragazze rapite e segregate per dieci anni a Cleveland era emerso un eroe. L’uomo che entrò nella casa dell’aguzzino e diede l’allarme diventò una star, richiestissimo da televisioni e giornali per raccontare quei momenti. Nel giro di poche settimane incassò una cifra di 50mila dollari, provenienti dalle interviste rilasciate, da alcuni discorsi tenuti in pubblico e da offerte ricevute da alcuni donatori. Tutto questo succedeva a maggio, ma a distanza di un paio mesi l’eroe ora si trova senza casa e disoccupato, proprio a causa dell’improvvisa fama piovutagli addosso.
Charles Ramsey, 45enne afroamericano, abitava a fianco alla casa di Ariel Castro, il sequestratore che tenne le tre ragazze prigioniere per un decennio. Il giorno della clamorosa scoperta l’uomo permise ad Amanda Berry, una delle ragazze, di fuggire e di dare così il via ai soccorsi. Da allora le attenzioni del caso si concentrarono quindi anche sullo stesso Ramsey, divenuto presto un volto noto. Il MailOnline lo ha ricontattato in questi giorni, scoprendo che la vita del salvatore è effettivamente cambiata, ma non come ci si sarebbe potuto aspettare.
Ramsey adesso è senza lavoro e di conseguenza senza la sua vecchia casa, passa le sue notti da amici e famigliari senza il gruzzolo guadagnato con il suo gesto. “Negli ultimi due mesi della mia vita è come se fossi stato su delle montagne russe che non riesco a fermare”, ha affermato nell’intervista nella quale racconta la sua situazione. In questo periodo è stato aperto un sito che vende sue magliette a 25 dollari l’una, dal quale però deve ancora incassare i proventi, la sua ex moglie si è rifatta viva per gli alimenti del figlio, qualcuno ha aperto un falso profilo su Facebook a suo nome e lui è dovuto ricorrere a dei legali, non ha mantenuto il lavoro nelle cucine di un locale perché troppo famoso per avere una vita normale e, infine, ha speso 8mila dollari per comprarsi una Bmw.
Nei giorni dopo la scoperta a casa di Castro, Ramsey ha lasciato la sua abitazione per andare in un hotel fuori da Cleveland. Nel frattempo, i tentativi di trovare una nuova dimora sono andati male, perché almeno una dozzina di proprietari gli hanno negato l’affitto per evitare che le attenzioni che riceve dall’opinione pubblica possano danneggiare la quiete dei quartieri. Per lo stesso motivo non trova un lavoro. Ha dormito anche sulla sua nuova auto, pagato alcuni debiti, ma poi il denaro stanziato per lui da benefattori è sparito. “Datemi solo un lavoro”, chiede nel suo appello ammettendo: “Non ho soldi, per cui smettete di chiamarmi. Mi chiedono cosa mi stia succedendo? Sto prendendo soldi in prestito, questa è la verità”.