Datagate, il Guardian: "Microsoft aiutò la Nsa"
Nuovi documenti raccolti dalla "talpa" Edward Snowden rivelano una collaborazione di Skype con l'intelligence Usa. Ma la Microsoft non ci sta: "Rispettiamo la legge e i nostri clienti". Giallo su volo Mosca-L'Avana: Snowden a bordo?
Microsoft avrebbe collaborato con l'intelligence Usa per fare in modo che le comunicazioni degli utenti potessero essere intercettate. La Nsa avrebbe aiutato ad aggirare le difese dello stesso sistema Microsoft. E' quanto risulta da nuovi documenti raccolti da Edward Snowden, di cui scrive il Guardian. Anche Skype, acquisito da Microsoft nell'ottobre 2011, avrebbe collaborato con il sistema di sorveglianza Prism.
Il quotidiano britannico scrive ancora sul suo sito internet che i file forniti da Snowden illustrano il livello di cooperazione tra la Silicon Valley e le agenzie di intelligence nel corso degli ultimi tre anni, oltre a ulteriori dettagli sul funzionamento del sistema Prism.
Microsoft respinge le accuse - Ma la Microsoft non ci sta e replica subito con una lettera al Guardian. L'azienda non concede e non offre al governo nessun accesso diretto a nessuno dei suoi prodotti, scrive la società. "Abbiamo chiari principi che guidano le nostre risposte alle richieste del governo per le informazioni sui consumatori" precisa Microsoft aggiungendo di prendere molto seriamente gli impegni con i clienti e il rispetto della legge.
Giallo su volo Mosca-Cuba, Snowden a bordo? - Intanto si è aperto un giallo. Il volo Aeroflot 150 da Mosca a Cuba, decollato alle 14:13 ora locale, non ha seguito la solita rotta sopra la Scandinavia, poi Islanda e Groenlandia prima di virare a Sud sopra il Canada e gli Stati Uniti. Difficile non chiedersi se Edward Snowden, la talpa della Nsa, possa essere a bordo, ipotizza il Washington Post. L'aereo, secondo il rilevamento del sito Flightracker, ha scelto una rotta più lunga e potenzialmente meno sicura in caso di emergenza. Ma Snowden potrebbe non essere a bordo perché l'aereo russo ha sorvolato senza problemi Germania e Francia, Paesi alleati degli Stati Uniti, che non hanno avuto apparentemente sospetti o problemi a lasciarlo passare. La rotta diversa potrebbe essere stata scelta - sottolinea ancora il Washington Post - anche per motivi meteorologici.
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