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Spagna, c'è l'accordo di governo tra i socialisti e Podemos (sinistra)

PSOE e Unidas Podemos hanno trovato l'intesa, ma per raggiungere la maggioranza bisogna conquistare 21 seggi. Ne dà notizia la stampa spagnola

Il leader socialista e premier in carica Pedro Sanchez e il leader di Podemos Pablo Iglesias, si sono incontrati al Congresso. Sanchez e il capo della formazione di sinistra, Pablo Iglesias, hanno raggiunto un pre-accordo per formare insieme un governo di coalizione che sblocchi l'impasse politica in Spagna. Ma per salire al governo bisogna ottenere l'appoggio di altri partiti (21 seggi). Lo scrive il quotidiano La Vanguardia.

Quello che è stato impossibile raggiungere nell'arco di sei mesi si è sbloccato in poco meno di 48 ore. Secondo quanto riportano i media spagnoli, Sanchez e Iglesias hanno raggiunto un pre-accordo per formare un "governo di coalizione progressista". Si sono incontrati al Congresso e hanno firmato un documento, ancora da definire nel dettaglio, in cui si comunica la vicepresidenza dell'esecutivo spagnolo a Iglesias. Un risultato che in primavera sembrava impossibile e ora, invece, esiste ed è un accordo "senza veti". Entrambi assicurano che "durerà per l'intera legislatura". La notizia è stata comunicata da entrambi alle due e mezza circa e soddisfatti, dopo sei mesi di mancati accordi, si sono scambiati un abbraccio simbolico. L'unione delle due sinistre però non è sufficiente a governare il Paese, manca ancora l'accordo con gli altri partiti per ottenere la maggioranza

La nuova "sconfitta" alle urne ha portato Sanchez a credere nel progetto di Iglesias per restituire agli elettori la fiducia tradita dalla mancata riuscita dei colloqui tra le forze di sinistra avvenuti dopo le elezioni di aprile. Un accordo che se ci fosse stato a luglio, molto probabilmente la sinistra avrebbe ottenuto alle urne un riscontro migliore. 

Il leader di Unidas Podemos ha dichiarato: "E' tempo di lasciarsi alle spalle ogni rimprovero".  Sanchez invece ha giustificato così il cambiamento della sua posizione iniziale, forzata dal risultato elettorale: "Gli spagnoli hanno parlato e ora sta a noi superare il blocco di luglio e restituire ai progressisti la fiducia nella coalizione, ma all'epoca eravamo molto vicini a un'intesa". 

Le elezioni del 10 novembre non si sono rivelate un successo per la sinistra: il PSOE  ha ottenuto 120 seggi e Unidas Podemos 35.  Un numero che non basta a raggiungere la maggioranza assoluta di 176 deputati fondamentale per ottenere "l'investitura" e dunque dare avvio a una nuova legislatura. Ora tocca alla coalizione aggiudicarsi le alleanze con le forze minori, per ottenere i 21 seggi mancanti. La destra radicale di Vox si è invece allargata e ha raggiunto i 52 seggi dimostrandosi la vera protagonista di questo ritorno alle urne.

Iglesias ha descritto il "governo di coalizione progressista" come "il miglior vaccino contro l'estrema destra" e ha rassicurato gli elettori che entrambe le formazioni cercheranno al più presto "alleanze con altre parti" per arrivare alla maggioranza.

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