Dopo "Pirati dei Caraibi" il produttore Jerry Bruckheimer e il regista Gore Verbinski tornano con il leggendario "The Lone Ranger", al cinema dal 3 luglio. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta di come l'uomo di legge John Reid (Armie Hammer) entrò nel mito con il nome di Cavaliere solitario. Una girandola di sorprese, in cui i due improbabili eroi combattono fianco a fianco contro l'avidità e la corruzione.
Ottant'anni dopo il loro primo ingresso nell'immaginario collettivo, il Cavaliere solitario e Tonto continuano a rimanere stabilmente inseriti nel contesto culturale americano. "C'è qualcosa in questi personaggi che ha affascinato ogni generazione fin dalla loro invenzione - nota il produttore Jerry Bruckheimer - Sapevamo che era arrivato il momento di far rinascere il Cavaliere solitario e il genere western. Se li avessimo reintrodotti in modo fresco ed entusiasmante, il pubblico si sarebbe innamorato di loro ancora una volta".
In "The Lone Ranger" l'attenzione è rivolta soprattutto al rapporto tra il nativo Tonto e il giustiziere, che grazie alle loro diversità creano i presupposti per situazioni divertenti e surreali. "E' la storia di come John Reid diventa il Cavaliere solitario - continua il produttore - Ma nel contesto di una drammedia tra due personaggi dalle origini completamente diverse, che all'inizio della sono ai ferri corti e poi arrivano ad una sorta di legame irrequieto. La nostra versione è ricca di emozione, avventura, dramma, commedia, spettacolo e sentimento".
"Noi raccontiamo la storia dalla prospettiva di Tonto, come Don Chisciotte raccontato dal punto di vista di Sancho Panza - gli fa eco il regista Gore Verbinski - Oserei dire che la nostra versione è fondamentalmente un film d'azione, ma l'ironia e umorismo lo rendono qualcosa di completamente diverso".