Filippo Timi è diviso tra il cinema e il teatro dove ha diretto spettacoli anche come regista. "Il teatro è come un’orgia. - spiega a Max - Vorrei spogliarmi e buttarmi nudo tra il pubblico, ma mi trattengo". Reduce da "Il Don Giovanni", Timi è un grande seduttore anche fuori dalle scene, un personaggio prima che un attore che fa dell'ambiguità la sua cifra stilistica.
La sua passione per il teatro ha conquistato la direttrice Andrée Ruth Shammah che lo ha voluto al Franco Parenti di Milano, trasformato, a colpi di tradimenti pop di Shakespeare e Molière, in un colosso. Grazie a Timi si sta costruendo una compagnia stabile, i giovani sono tornati a occupare la platea e il teatro fa notizia.
Timi ha calcato il red carpet di Cannes insieme a Valeria Bruni Tedeschi per "Un chateau en Italie" e sarà protagonista del nuovo film di Mirko Locatelli "I corpi estranei". Nel suo romanzo "Tuttalpiù muoio", scritto a quattro mani con Edoardo Albinati, ha raccontato le difficoltà che hanno segnato la sua infanzia: dai numerosi tic alla violenza sessuale subita, dal morbo di Stargardt fino alla balbuzie.