Roma, i sindacati tornano in piazza
Manifestazione congiunta di Cgil, Cisl e Uil contro le politiche sul lavoro. Camusso al governo: "Basta annunci senza scelte, faccia presto"
Tornano in piazza San Giovanni a Roma Cgil, Cisl e Uil, nella manifestazione "Lavoro è democrazia". I sindacati chiedono provvedimenti urgenti sul lavoro, fisco contratti, politiche industriali. Per gli organizzatori presenti 100mila persone. Due i cortei, il primo da piazza della Repubblica, il secondo da piazzale dei Partigiani: entrambi poi sono confluiti in piazza San Giovanni.
I sindacati chiedono "coraggio" al governo di Enrico Letta. E avvertono: basta chiacchiere, per affrontare crisi ed emergenza lavoro "il tempo è finito", servono "scelte" subito. La priorità è quella di abbassare le tasse e la bocciatura è unanime per il "piano Giovannini" che il governo si appresta a varare sul fronte dell'emergenza lavoro giovanile.
"Non vanno bene i continui annunci che non si traducono in una scelta che dia il senso del cambiamento", avverte la leader della Cgil, Susanna Camusso. "Noi questo Paese lo vogliamo salvare", dice, e incalza il governo: "Serve un cambio di passo", perché quanto già fatto non basta, "bisogna trovare il coraggio di trovare soluzioni", "bisogna decidere, fare subito e fare le cose giuste".
"Basta cincischiare", chiede il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che dal palco ripete più volte: "Letta deve avere coraggio". "Il Paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere". Il governo "ora deve dare una risposta, indicare una strada coraggiosa, dare una scossa, bisogna dimezzare le tasse sul lavoro, ridurle fortemente su pensioni e imprese che investono, e combattere l'evasione fiscale". E chiude: "Caro Letta noi siamo disposti a fare un percorso positivo. Ma tu devi avere coraggio. Devi fare una scelta: stai con questa piazza o con i riti bizantini della politica italiana?".
Il leader della Uil, Luigi Angeletti, avverte: andiamo verso "un deserto di posti di lavoro", così "a staccare la spina al governo saranno i cortei di disoccupati". E aggiunge: "Siamo stufi di tante belle parole. Non basta dire quali sono i problemi, i governi ci sono per risolverli".
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