"Presidente della Birmania", il sogno di Suu Kyi
Il premio Nobel per la Pace ha ammesso per la prima volta le sue speranze per le future elezioni
Aung San Suu Kyi ha ammesso per la prima volta il suo desiderio di diventare presidente della Birmania. La speranza della leader dell'opposizione, a due anni dalle elezioni, previste per il 2015, è stata espressa al "World Economic Forum" in corso nella capitale Naypyidaw, in chiusura di un dibattito sul futuro del Paese.
Parlando dei passi per migliorare il futuro della Birmania, Suu Kyi ha concluso con un sorriso malizioso il suo intervento auspicando "un cambiamento della Costituzione", che al momento - a causa del suo essere vedova di uno straniero - le pregiudica la massima carica dello Stato. "Con lei come presidente?", l'ha incalzata il moderatore, ricevendo in risposta un "sì" dal premio Nobel per la Pace.
"Voglio essere candidata alla presidenza e sono sufficientemente sicura sull'argomento", ha rimarcato Suu Kyi. Le prossime elezioni sono ufficialmente in calendario per il 2015. Dopo aver boicottato il voto del 2010, la "Lega nazionale per la democrazia" (Nld) di Suu Kyi ha trionfato con 43 seggi su 44 in elezioni suppletive tenutesi nell'aprile 2012, che hanno permesso anche alla "Signora" di entrare in Parlamento.
Se fino a pochi mesi fa si riteneva che l'esercito - dotato di un effettivo potere di veto sui cambiamenti costituzionali - non fosse disponibile a emendare la Carta imposta al Paese nel 2008, lo scorso marzo il Parlamento ha approvato l'apertura di un processo esplorativo di revisione della Costituzione, anche grazie al voto dei militari che occupano di diritto un quarto dei seggi.
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