L'INTERVISTA

Renzi al Pd: "Se vuole vincere, io ci sono"

Il sindaco di Firenze al "Giornale": "Mi posso candidare alla segreteria, l'Imu è stata una vittoria di Berlusconi. Dire che il governo vivacchia non è un attacco"

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Matteo Renzi sembra avere cambiato idea e valuta se dare la scalata alla leadership nazionale passando dalla segreteria del Partito Democratico. In un'intervista al "Giornale", il sindaco di Firenze fa sapere che "se il Pd decide di vincere, dimostra di avere capito di aver perso le elezioni, farà un congresso serio" la sua candidatura potrebbe divenire realtà. Sul governo: "Dire che vivacchia non è un attacco: è sotto gli occhi di tutti" 

"Non tifo contro il governo" - Renzi, dal suo punto di vista, non tira contro l'esecutivo, o perlomeno contro il suo leader: "Enrico ha tutte le caratteristiche politiche, istituzionali, personali e politiche per governare, e io faccio il tifo per lui. Per carattere, io non tramo, se ho qualcosa da dire lo dico in faccia, chiaramente. Peraltro non capisco perché, se dico che il governo non deve vivacchiare, le mie parole vengano così drammatizzate, è una banalità che pensano tutti, credo. E' una bicicletta che sta in piedi solo se si pedala forte.

"Imu, una vittoria di Berlusconi" - Uno dei punti dell'attività governativa che sta alzando un polverone a sinistra è certamente l'abolizione dell'Imu su cui si è impuntato il Pdl. E Renzi ammette "che l'Imu è stata una vittoria di Berlusconi. Ero l'unico in campagna elettorale a dire, mentre tutti si stracciavano le vesti, che il problema del Paese non erano certo quei 2,9 miliardi, meno di quanto speso per le quote latte della Lega. Quando arriveranno sul tavolo del governo le proposte del Pd, il Pd deve essere altrettanto forte nel difenderle. Invece di lamentarsi dell'Imu, abbia il coraggio di fare le sue battaglie".

Soldi ai partiti e legge elettorale - "Diciamo che è un primo passo": è il prudente parere del sindaco fiorentino sul ddl che cambierà le regole del finanziamento ai partiti. Renzi si è sempre espresso per una abolizione dell'attribuzioni di soldi pubblici alle forze politiche: "Sono ben contento di vedere che ora sono a favore dell'abolizione anche quei tanti che nel Pd, quando alle primarie dicevo che andava eliminato, mi replicavano che era impossibile e sbagliato". Ma secondo Renzi, il prossimo vero step deve essere quello della legge elettorale: "Il messaggio più forte che il Parlamento potrebbe dare, sulle riforme, è partire subito dall'abolizione del Senato: sarebbe un segnale chiarissimo all'opinione pubblica che si è recepito il messaggio "anti-casta" del 25 febbraio. Trasformare il Senato in una Camera delle autonomie, nella quale siedono sindaci e presidenti di Regione".

"Sondaggi in calo? Non è la prima volta" - I puntuali "tagliandi" sulla popolarità e il consenso di partiti e politici non starebbero premiando l'ultimo Renzi: "Non è la prima volta. E comunque mi accontento di venire dopo Napolitano... Comunque no, non mi preoccupo. Un vero politico non corre dietro ai sondaggi, semmai prova a cambiarli".