Accade appena 13 o 14 volte in un secolo che Mercurio scorra come un minuscolo neo contro il disco gigantesco del Sole, provocando delle impercettibili eclissi, e la prossima volta succederà solo il 13 novembre 2032: per questo l'appuntamento alle 13:35 di lunedì 11 novembre è da non perdere e in tutto il mondo astronomi e astrofili si stanno organizzando per osservare la danza del pianeta contro il Sole. Non sarà possibile farlo a occhio nudo: serviranno un piccolo telescopio o almeno un binocolo.
L'ultimo transito di Mercurio contro il Sole risale a tre anni fa, il 9 maggio 2016, e quello ancora precedente all'8 novembre 2006. Osservarlo non è soltanto una curiosità, ma per gli astronomi è un'occasione per studiare gli strati più esterni dell'atmosfera del Sole, ossia la fotosfera e la cromosfera.
Per tutti "vale assolutamente la pena vederlo dal vivo", ha rilevato Giuseppe Cutispoto, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Catania. Poiché Mercurio è più vicino al Sole rispetto a quanto lo sia la Terra, passa costantemente fra il nostro pianeta e il Sole, ma la sua orbita è inclinata rispetto a quella terrestre; è possibile osservarne il transito sul disco solare solo quando le due orbite si intersecano.
L'11 novembre "Mercurio sarà perfettamente allineato fra la Terra e il Sole", ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Nel momento del transito il più piccolo pianeta del Sistema Solare sarà distante 101 milioni di chilometri. "Dalla Terra - ha aggiunto Masi - si vedrà il pianeta passare, nell'arco di qualche ora, come un piccolo disco nero che scorre sullo sfondo del grande disco del Sole".
Osservare il transito fino in fondo sarà possibile solo dall'America centrale e meridionale; in Italia sarà osservabile a partire dalle 13:35 di lunedì 11 novembre fino alle 18:04, quindi ancora per un pò dopo il tramonto; il culmine sarà alle 15:20. Se le nuvole dovessero rovinare lo spettacolo, niente paura: si potrà osservare il transito online grazie alle dirette in streaming organizzate dal Telescopio Nazionale Galileo e dal Virtual Telescope.