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Editori, no ai risparmi delle famiglie

Dopo mesi dal via del decreto Profumo sull’adozione dei libri digitali, gli editori fanno sentire il loro dissenso facendo ricorso al Tar.

Ap/Lapresse

Gli editori dicono “no” al decreto Profumo sulle adozioni dei libri digitali e lo sottolineano presentando ricorso al Tar. Due in particolari i punti oggetto del contrasto: l’adozione forzata di eBook o testi scolastici in formato misto dall’a.s. 2014/2015 e l’abbattimento dei tetti di spesa per l’acquisto dei libri scolastici per favorire il risparmio delle famiglie.

EDITORI: NO AGLI E-BOOK
A farsi portavoce della posizione degli editori è Giorgio Palumbo, presidente del Gruppo educativo dell’Associazione italiana editori: “Il decreto Profumo ha introdotto una nuova adozione digitale forzata a dispetto delle autonomie delle scuole e delle stesse capacità tecniche di scuole, insegnanti e alunni ad essere pronti già per l’anno 2014-2015. Costringerà noi editori ad annullare i nostri investimenti e a macerare i nostri magazzini”.

E-BOOK, NON SONO UNA NOVITÀ
In realtà, che si avesse l’intenzione di far adottare alle scuole testi in formato digitale, non è proprio una novità piovuta dall’alto. Infatti, l'era digitale doveva iniziare già dall'a.s. 2012/2013, secondo i piani del governo Berlusconi delineati nella legge 133 del 2008. L’ultimo Governo aveva dapprima provato a rispettare questi piani attraverso la circolare ministeriale n.18 del 2012 per poi prendere atto delle numerose difficoltà. Così lo scorso ottobre, nel decreto Sviluppo, si è proposto un ulteriore rinvio al prossimo anno scolastico, arrivando poi a un compromesso: tutte le nuove adozioni dal 2014/2015, quindi fra due anni circa, dovranno contemplare libri digitali o in forma mista. L’innovazione non vedrà protagoniste, almeno inizialmente, tutte le classi, ma solo la prima e la quarta elementare, la prima media, il primo e il terzo superiore.

ABBATTIMENTO DEI TETTI DI SPESA PER COMPRARE TABLET
Inutile dire che non si può parlare di eBook senza tablet, assolutamente indispensabili per lo studio sui libri digitali. Peccato che il loro acquisto non sia una spesa da poco e che, inoltre, andrebbe a vanificare il risparmio che la famiglie otterrebbero dall’acquisto degli eBook, poco più economici dei testi cartacei. Proprio per questo, l’ex ministro Profumo aveva pensato di abbattere del 20 – 30% i tetti di spesa per l’acquisto dei testi scolastici. In questo modo, le famiglie avrebbero potuto comprare un tablet senza troppi problemi.

QUALE RISPARMIO PER LE FAMIGLIE?
Ma gli editori non sono d’accordo nemmeno su questo punto: “L’ex ministro – ha continuato Palumbo - si è basato sul falso presupposto che il passaggio al digitale comportasse un abbattimento dei costi di produzione. Al contrario esso richiede altre professionalità e altri costi e sconta un’Iva di 17 punti percentuali (forse da luglio di 18) in più rispetto ai libri di carta”. Insomma, secondo gli editori: “ Il decreto Profumo viola i diritti patrimoniali di autori ed editori. E non favorisce alcun risparmio per le famiglie, a maggior ragione se si considera che in base alla filosofia del decreto Profumo il risparmio sui contenuti dovrebbe essere da loro investito in tablet e device”.

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