L'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, è stato condannato a tre anni e quattro mesi. Era accusato di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dai fondi del gruppo regionale del partito. Il gup di Roma ha stabilito, inoltre, l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Fiorito, da parte sua, annuncia che non tornerà in politica ma "farò il filantropo: io quei soldi non li ho rubati, sia chiaro".
"Quei soldi mi sono stati assegnati tramite delibera. Non li ho rubati, per questa vicenda ho fatto fin troppo carcere", ha detto Fiorito. "Abbiamo dimostrato - ha proseguito - documenti alla mano, di non aver commesso alcun peculato. Speriamo che la sentenza venga ribaltata in appello". Fiorito è tornato in libertà il 28 marzo dopo oltre 5 mesi tra carcerazione preventiva e domiciliare. Nelle scorse settimane ha siglato un accordo con la Corte dei Conti di Roma per la restituzione alla Regione di un milione e 90 mila euro.
Nonostante la condanna, Fiorito vede scongiurato il rischio di tornare in carcere. L'ex sindaco di Anagni ha infatti già scontato a Regina Coeli sei mesi di carcerazione preventiva, e dato che il tetto minimo per scontare la pena è di tre anni, l'ex tesoriere del gruppo del Pdl non tornerà in cella. Per sua stessa ammissione, Fiorito tornerà a vivere nella casa di Anagni. "Vivo vicino a casa di mia madre, lei ha bisogno di assistenza, è malata - ha raccontato lasciando il tribunale -. Questi ultimi mesi sono stati difficili". L'ex sindaco ha raccontato di essersi "fidanzato" con una ragazza "conosciuta due mesi prima che entrassi in carcere ed ha avuto la forza di restarmi accanto. Dovrò fare ordine a cominciare da subito".
L'ex capogruppo Pdl è stato al centro di un'indagine per essersi appropriato di circa un milione di euro destinato al suo gruppo in Regione, che ha portato alle dimissioni della precedente giunta di centrodestra. Il pubblico ministero Alberto Pioletti aveva chiesto per Fiorito, detto anche "er Batman", 5 anni di carcere e l'interdizione a vita dai pubblici uffici.
Per due collaboratori dell'ex esponente Pdl, anch'essi sotto processo, sono state inflitte pene più lievi: a Bruno Galassi un anno e cinque mesi di reclusione e a Pier Luigi Boschi un anno e due mesi.