Rapina Milano, un "biondino" nel commando
Secondo i testimoni potrebbe essere lo stesso che assaltò insieme ai complici la stessa gioielleria Franck Muller di via della Spiga nel colpo del 15 febbraio. Sospetti sui serbo-montenegrini della "Pantera rosa"
Potrebbe essere la stessa banda tornata per un secondo colpo, quella che ieri ha rapinato la gioielleria Franck Muller in via della Spiga a Milano. I negozianti che hanno assistito all'attacco in stile paramilitare avrebbero visto un biondino che potrebbe essere la stessa persona avvistata nel colpo del 15 febbraio, sempre nella stessa gioielleria. Ora gli inquirenti sono a caccia del basista.
Gli investigatori sostengono infatti che il commando sia stato lo stesso nelle due rapine, sia per il modus operandi sia per la composizione del gruppo. E proprio per evitare che qualcuno riconoscesse nei banditi del colpo di ieri gli stessi individui che avevano colpito a febbraio sarebbero state usate le molotov: un diversivo per distogliere l'attenzione, secondo un'ipotesi investigativa.
E visto il modo in cui il gruppo ha colpito, con perfetta sincronia e determinazione, si propende per l'ipotesi che non si tratti di un "branco" di rapinatori improvvisati, né di un gruppo di professionisti italiani (i quali, per tradizione, non sarebbero tornati una seconda volta nello stesso luogo): i membri del commando sarebbero invece di origine slava, a giudicare dall'attacco secondo uno schema militare come quello utilizzato nell'ultimo decennio dalla più grande federazione mondiale di rapinatori, quella serbo-montenegrina della "Pantera rosa" che ha assaltato le più note gioiellerie a Londra, Dubai e Tokyo.
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