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Frasi su Tortora e Ruby: bufera Berlusconi

Polemiche dopo il paragone con le vicende giudiziarie del presentatore: le figlie si dissociano. Lunedì nessuna protesta al Tribunale di Milano, Pdl riunito a Roma

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Il sabato di Brescia lascia degli strascichi nel Pdl e in tutto l'ambiente della politica. Prima gli scontri verbali e i tafferugli che hanno preceduto la manifestazione in Piazza Duomo, poi il discorso di Berlusconi che ha attaccato ancora i magistrati e ha suscitato polemiche per il paragone effettuato tra la sua vicenda e quella di Enzo Tortora. Lunedì a Milano udienza del processo Ruby: il Pdl rinuncia alla protesta davanti al Tribunale.

"Io come Enzo Tortora" - Ma è lo show del Cavaliere contro i giudici a dominare l'attenzione dei militanti in piazza. L'ex capo del governo dice di sentirsi una "vittima come Enzo Tortora" (parole per nulla gradite dalla figlie del giornalista) annunciando che il suo partito si "batterà in Parlamento per la riforma della giustizia. Non serve a me - spiega - ma ai cittadini". Il Cavaliere non esita a definirsi un "perseguitato" dalla certa magistratura che - dice - "tenta di eliminarmi" avendo nei miei confronti "un pregiudizio politico e una invincibile invidia, che sfocia spesso nell'odio".

Annullato il bis Pdl davanti al Tribunale di Milano - A fare da scudo all'ex capo del governo ci pensano tutti i big di via dell'Umiltà, pronti ad alzare il livello dello scontro. Per lunedì era stata convocata a Milano la riunione dei gruppi di Camera e Senato per procedere, come era accaduto l'11 marzo, ad un blitz davanti il Tribunale di Milano nelle stesse ore in cui è prevista la requisitoria sul processo Ruby. Un'idea, spiegano i fedelissimi del Cavaliere, accantonata dallo stesso Berlusconi per evitare di prestare il fianco a chi accusa il suo partito di voler metter in discussione il governo.

Il Pdl:
"Polemiche inutili" - In una nota diffusa nella mattinata di domenica, il Popolo della Libertà ha preso posizione contro le reazioni registrate nel post-Brescia: "Appaiono sconcertanti e inconsistenti le polemiche di queste ore a proposito della manifestazione di ieri del Popolo della Libertà a Brescia", si legge nel comunicato nel quale si definisce "assolutamente normale" la partecipazione del presidente Berlusconi e del segretario Alfano. "La manifestazione, convocata da tempo, a sostegno del candidato sindaco Paroli (che tra l'altro è intervenuto dal palco, contrariamente a quanto avvenuto per altro gente di eventi pubblici) rientra nella normale campagna elettorale per le elezioni amministrative, - si legge nella nota del Pdl - e sarà seguita da eventi analoghi, in altre città, da qui al voto di fine mese. Non è un caso, inoltre, che il titolo dell'evento fosse: 'Per Paroli sindaco'. E' assolutamente normale che a manifestazioni di questo tipo partecipino il Presidente del partito, il Segretario, i dirigenti nazionali. Ed è addirittura ovvio che chi interviene svolga considerazioni e valutazioni sull'attualità politica nazionale, com'è avvenuto in tutti gli altri precedenti comizi, senza che peraltro nessuno si fosse sognato di battezzarli contro qualcosa o qualcuno. Accade così in tutte le democrazie del mondo. Che qualcuno, in Italia, trovi spunti per polemiche senza fondamento appare letteralmente surreale".

Crimi: "Manifestazione Pdl atto eversivo, aggressione Berlusconi ai pm" - Il M5S bolla la manifestazione di sabato del Pdl a Brescia contro i magistrati politicizzati come un "atto eversivo". "Ieri a Brescia il Pdl ha commesso un atto eversivo nei confronti di un potere dello Stato ed è avvenuta una cosa gravissima", afferma il capogruppo grillino al Senato, Vito Crimi. "Io ero davanti al palazzo di giustizia di Brescia con 200 persone a manifestare non contro la giustizia ma a favore della giustizia", afferma. Poi, di fronte al partito di centrodestra che chiede di condannare l'aggressione subita sabato a Brescia, prosegue: "Non mi sembra ci siano state aggressione da parte degli M5s. L'aggressione è stata da parte di Berlusconi all'ordinamento democratico del Paese quando va in piazza a contestare uno dei tre poteri dello Stato".

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