"Se n'è andata una parte della vita degli italiani, dei romani e della mia vita perchè con lui muore anche la mia imitazione, che non farò più". E' visibilmente commosso, Max Tortora, l'imitatore che prima a Quelli che il calcio e fino ad ora a Visitors su Italia 1. "Era strano, ma lunedì sera ho fatto l'ultima uscita come Sordi: ebbene non rideva nessuno, eppure non sapevo niente, non sapevo che Alberto sarebbe morto dopo poche ore. L'avevo conosciuto nel '90 sul set del film Assolto per aver commesso il fatto di cui Sordi era regista. Io, in quel periodo, non lavoravo e poichè conoscevo il direttore della fotografia, mi feci assumere come tecnico. Naturalmente il mio sogno era poter recitare e così quando un giorno si ammalò un attore che impersonava un pianista mi proposi subito ed ebbi la parte. E' stata l'unica scena del film che ho fatto ma che poi è stata tagliata. Da allora non ci siamo mai più incontrati o sentiti. Non ho mai avuto la necessità di chiamarlo e chiedergli un parere sulla mia imitazione perchè non volevo rompergli le scatole, ho sempre rispettato la sua esigenza di privacy e riservatezza. In ogni caso credo che il mio amore per Sordi sia "passato" dal fatto che ho scelto proprio lui come
personaggio da imitare".
CARLO AZEGLIO CIAMPI
"E' un grande dolore perché Alberto Sordi ha interpretato il sentimento degli italiani nei momenti più difficili e piu' duri. Ha rappresentato il Paese che si stava sfasciando, ma nelle sue interpretazioni non c'è mai uno sfascio senza speranza, c'è quindi una profonda italianità. L'ho visto ripetutamente qui al Quirinale, anche quando è venuto a mostrarmi la riedizione di tutti i suoi film, che spero vengano trasmessi anche nelle scuole e diventino una maniera per rappresentare visivamente il dramma degli anni '40".
FRANCA CIAMPI
"E' stato un vero italiano che ha raccontato la guerra, e le sue ricostruzioni avevano sempre un incredibile senso di verità. Era un amico. Noi gli volevamo veramente molto bene. E oggi vogliamo andare a salutarlo: è il minimo che possiamo fare. Lo vedevamo con una certa frequenza, anche qui al Quirinale. Mi dispiace davvero che oggi non ci sia più".
SOFIA LOREN
"La morte di Alberto è una delle cose più tristi della mia vita. Era un grandissimo amico, anche se insieme abbiamo lavorato pochissimo. All'inizio della carriera nel '54 abbiamo girato 'Due notti con Cleopatra' di Mario Mattoli. Poi basta. Avevamo altri progetti, ma non siamo riusciti a realizzarli. Si cerca sempre di fare qualcosa insieme, soprattutto quando c'è la 'chemistry', la sintonia tra due persone. Ultimamente no. Non avevamo fatto progetti: credo che lui fosse piuttosto stanco. Ma non sapevo che stesse male. A volte mi meravigliavo di non avere sue notizie, ma poi la vita va avanti ognuno è preso dalle sue cose. In fondo Alberto era abbastanza giovane: oggi a 82 anni si è ancora giovani". "Alberto - continua la Loren - insieme a Totò era il nostro più grande attore comico. Ora ci lascia la nostalgia e la malinconia dei tempi passati. Il suo film che mi ha fatto più ridere? 'Un americano a Roma' prodotto da mio marito Carlo Ponti. La scena di lui davanti al piatto di pasta è un classico del cinema italiano è una scena armonica, ironica, completa".
PIPPO BAUDO
"Era un artista grandissimo e completo e un uomo dolcissimo. Forse un po' solo. Eravamo molto amici e nell'ultima intervista che mi ha concesso mi aveva praticamente confessato di aver amato Silvana Mangano. Non gli aveva perdonato di aver sposato Dino de Laurentiis. Ho avuto il grandissimo onore e privilegio di essere stato suo amico per anni. Ci frequentavamo spesso e parlavamo a lungo. Si è ironizzato tanto sulla sua proverbiale tirchieria, ma nell'ultimo periodo aveva cambiato carattere, era diventato generosissimo. Io l'ho ospitato decine di volte nei miei programmi - ricorda Baudo - e c'era molta confidenza tra noi. Era un artista geniale e completo in grado di passare con una facilità strabiliante dal comico al tragico come solo i grandi sanno fare". Probabilmente il Festival di Sanremo gli dedicherà un ricordo: "Ci stiamo pensando", dice Baudo.
MONICA VITTI
"Gli voglio un bene matto. Forse perché abbiamo avuto un grande privilegio, che capita raramente: quello di lavorare divertendoci", disse in occasione degli 80 anni dell'attore. "Per tutto il tempo siamo stati come due fratelli, - aveva aggiunto - due compagni di giochi. E come per magia, tutte le volte in cui ci incontriamo di nuovo, il gioco ricomincia".
VALERIA MARINI
"Alberto sarà sempre nel mio cuore e nel cuore di tutti noi. Lui fa parte della nostra vita e del nosto essere italiani. Le sue straordinarie qualità artistiche, il suo orgoglio di essere italiano, la sua simpatia, il suo ottimismo, la sua umanità, lo hanno reso un grande, per sempre presente nei miei pensieri, nella mia vita e in quella di tutti noi".
PAOLO VILLAGGIO
"Alberto Sordi è stato il comico più grande perché è stato il primo a smascherare, esorcizzare con la sua naturale intuizione l'essenza provinciale e cinica dell'italiano. Ha fatto una vera satira di costume, si è imposto come il primo comico che riesce anche ad essere antagonista e 'antipatico'. In queste circostanze - continua Villaggio - si ha sempre un po' di stupore, perché si pensa che uno come Sordi sia immortale. Ma lui rimarrà nelle grandi cose che ha fatto".
FRANCESCO STORACE
"La scomparsa di Alberto Sordi lascia un vuoto immenso in chi ama la capitale d'Italia. E' stato un campione di quel vivere romano strafottente. Mi piace ricordarne le qualità umane, prima ancora che professionali: avrebbe potuto "vendere" la sua professionalità al mondo pubblicitario, ma non l'ha mai fatto. Ce lo raccontò lo scorso anno, quando sponsorizzò gratuitamente i prodotti della terra del Lazio a Vinitaly su richiesta della Regione. Era una grande persona e così ci piace serbarne la memoria, come autentico interprete del buonsenso popolare".
GIULIANO URBANI
"Ci ha aiutato a capire l'Italia dal dopoguerra ad oggi facendoci sorridere. Con Sordi scompare una delle star mondiali del nostro cinema ma soprattutto un grande italiano. I suoi personaggi -spiega Urbani - sono un affresco dei pregi e dei difetti del nostro popolo passati in rassegna attraverso i decenni: dal 'Nando Moriconi' di 'Un americano a Roma', simbolo di una generazione che aveva dovuto subire una guerra al fianco dei tedeschi sognando gli Stati Uniti, allo Sceicco Bianco o al 'Guido Terzilli' medico della mutua. Quanti altri personaggi mi vengono in mente in questo momento. Credo che rimarranno tutti scolpiti nella memoria degli italiani, essendo stati presi a prestito dalla vita quotidiana".
MAURIZIO GASPARRI
"Non era soltanto un attore cinematografico. Alberto Sordi era l'Attore italiano. E' quello che più di tutti ha saputo trasportare ed interpretare sulla scena i drammi, gli aspetti ed il costume della comune quotidianità. Era amato Sordi. Soprattutto da quella gente alla quale, egli stesso, si sentiva più legato: il popolo delle borgate, dei semplici, della piccola e media borghesia".
FRANCESCO RUTELLI
"Un lutto di famiglia, un dolore grande"
GAVINO ANGIUS e LUCIANO VIOLANTE
"Con lui se ne va la figura di un grande italiano, che negli anni della nostra Repubblica ha saputo così ben rappresentare nel mondo lo sviluppo, le contraddizioni, le specificità della società italiana. Ai familiari giunga il nostro affettuoso abbraccio".
ANTONIO DI PIETRO
"Ha saputo interpretare come nessun altro vizi e virtù di questo Paese attraverso le stagioni positive e quelle della decadenza. Un borghese 'piccolo piccolo', ma un grande ed inimitabile italiano che ci manchera' ed al quale siamo grati".
WALTER VELTRONI
"E' un grande dolore, per la città e per tutto il Paese. Ai romani e agli italiani", ha detto Veltroni, "mancherà un artista che meglio di ogni altro ha saputo interpretare, con intelligenza, con amore e partecipazione, la pienezza della vita e le contraddizioni della società. A me mancherà un amico, al quale ho imparato a voler bene prima ancora di avere il privilegio di conoscerlo e frequentarlo".
"Ha accompagnato la nostra maturazione come italiani provenienti da una guerra catastrofica e da una dittatura infelice e ridicola. Ci ha fatto capire e ci ha fatto cambiare facendoci diventare persone diverse, non so se migliori comunque coscienti e più coscienti di quelle che eravamo rispetto a quando lui ha cominciato a fare l'attore". MAURIZIO COSTANZO
"Gli ultimi dieci anni della mia carriera sono stati vissuti molto spesso con Alberto Sordi ho perso un amico generoso che solo con il raccontarmi cose mi ha insegnato moltissimo. Non posso dimenticare, ad una consegna dei Telegatti, Dustin Hoffman che disse: 'Quello che ho imparato nel comico lo devo ad Alberto Sordi".
CARLO VERDONE
"Non lo vedevo da un anno e avevo capito che c'era qualcosa che non andava. E' chiaramente un dolore enorme per me perché era un amico vero. Un grandissimo attore che ha scandito 40 anni della vita del nostro paese. L'ha dipinta all'inizio come un'enorme avanguardia con 'Un americano a Roma', la rappresentazione del primo personaggio strafottente, periferico, riconducibile a tutte le regioni, non solo a Roma. Poi quelli che per me sono autentici capolavori, 'Lo sceicco bianco', 'I vitelloni', con Fellini. E 'Una vita difficile'". "Scompare un attore enorme, immenso e soprattutto una grande maschera. Sul piano umano poi sono molto triste perché era una persona che mi voleva molto bene e penso che anche lui sentisse che gli volevo un bene dell'anima".
NINO MANFREDI
"Immortale nella sua mortalità, come tutte le grandi figure che continuano a vivere dentro di noi. Rimarrà nella memoria insieme a tutte le persone che ci hanno accompagnato per mano in questi anni: Totò, Gassman, Tognazzi, i grandi scrittori, i grandi artisti. Con la televisione che entra in tutte le case Sordi è diventato in questi anni uno di famiglia per tutti gli italiani. E i suoi film, dalla 'Grande Guerra' al 'Borghese Piccolo Piccolo', hanno rappresentato decenni di storia italiana. Ho sempre avuto grandissima stima per lui".
CLAUDIA CARDINALE
"Alberto Sordi era un grande che però non è stato molto apprezzato, era considerato un attore comico e per questo all'estero non è mai stato portato".
GIANFRANCO FINI
"La sua scomparsa priva l'Italia di un protagonista assoluto, di un artista indimenticabile che ha saputo raccontare, con il tratto inimitabile del fuoriclasse, i nostri vizi, le nostre virtù, i paradossi e gli slanci genuini di un intero popolo".
DINO RISI
"Oggi tutti abbassano la voce parlando di Alberto. Invece io credo che bisogna parlarne sorridendo. Non riesco a pensare che Alberto non c'è più lo vedremo continuamente in tv, è entrato non nella storia del cinema, ma in quella degli italiani. Fa parte di noi, è un fratello, un padre, un figlio della famiglia italiana. E' quello che ci ha fatto divertire di più. Alberto era uno che si rinchiudeva nel suo castello romano con le sorelle che gli facevano i pranzetti, andava a letto presto perché era un grande professionista. Ma gli piaceva la vita: bere, andare con le donne senza esagerare. Ha evitato gli scogli più pericolosi, il matrimonio e figli. Meno la morte che non è riuscito a dribblare, anche perché come attore ormai non faceva più niente e, mancandogli il senso della vita, si è ammalato come si ammala chi va in pensione".
PASQUALE SQUITIERI
"E' stato sicuramente quello che ha dimostrato meglio di chiunque altro i nostri vizi, difetti, orrori: dalla pedofilia ai trapianti, dal traffico d'armi alle speculazioni esistenzialiste. Ma ci fatto ridere, e quando si ride in qualche modo ci si assolve. Quindi da una parte le ha denunciate, ma dall'altra ci ha reso orgogliosi di queste caratteristiche, e questa è stata la sua grande contraddizione".
LUCIANO DE CRESCENZO
"Adesso lassù, l'ambiente di sopra, si divertiranno ancora di più, diventerà ancora più bello. Ora Sordi ritrovandosi assieme a Totò, Peppino, Fabrizi e Anna Magnani, accrescerà, immagino, il divertimento di lassù. Speriamo nei giovani".
ROSA RUSSO IERVOLINO
"Mancherà qualcuno in grado di rappresentare l' italiano medio ed interpretare al meglio le virtù ed i difetti degli italiani. Napoli sicuramente ricorderà la figura di Sordi immagino che si potrebbe ipotizzare la realizzazione di una rassegna cinematografica dedicata ai suoi film, anche quelli meno noti, da inserire in 'Estate a Napoli"'.