Simone Perrone sull'onda di ottimismo e follia
Il cantautore racconta i suoi progetti nella rubrica Space Scout di Tgcom24
A 25 anni Simone Perrone non si ferma mai un momento. A 19 ha partecipato al Cornetto Free Music Audition cui è seguita la collaborazione con la casa discografica Carosello e il singolo "L'estate di Adelina". "Non mi sono mai fermato. Con la musica ho fatto la mia gavetta, suonando in club, locali vari", spiega a Space Scout. Simone parallelamente fa musica con la band Jack In The Head, ha scritto per Antonio Maggio vincitore del Girone Giovani di Sanremo e ora presenta "Progetto Fantomatico zer 013", dove "emerge un ulteriore lato della mia personalità, un lato più elettronico".
Cosa ricordi del Cornetto Free Music Audition e della collaborazione con Carosello?
Il Cornetto e poi di seguito la collaborazione con Carosello sono stati il mio punto di partenza. Ricordo ancora il pulsare dello stomaco e l'adrenalina provati sul palco di Zucchero, di fronte a 30mila persone, per un ragazzo di 19 anni non era certamente roba da tutti i giorni. Una grande emozione sicuramente, che poi ho avuto la fortuna di riprovare in molte altre occasioni, ma la regola de "la prima volta non si scorda mai" vale sempre e comunque...in ogni campo.
Sei molto cambiato da “L’estate di Adelina”?
Sì, credo di essere profondamente cambiato da allora, come è giusto che sia. Ho scritto "L'estate di Adelina" a 18 anni, nel pieno della mia formazione artistica e personale. Ora ne ho 25 e ovviamente non si può continuare ad essere 18enni per tutta la vita, si cresce, si accumulano esperienze che vanno a riformattare quello che sei, quello che pensi, come lo pensi, quello che fai, come lo fai. Ma al di là del cambiamento, normale e necessario per chiunque, l'importante secondo me è non dimenticare mai di guardare il lato positivo del mondo e di ogni cosa che lo compone, mantenendo sempre e comunque quel filo di follia che ti permette di vedere la vita a colori.
Cosa è successo da allora?
Non mi sono mai fermato. Con la musica ho fatto la mia gavetta, suonando in club, locali vari e calcando anche palchi importanti come quello degli "Elio e le storie tese" e Povia. Sono poi entrato a far parte di una band, i Jack In The Head con la quale suono parallelamente al mio progetto da solista e con cui siamo stati selezionati per suonare sul palco dell'Heineken Jammin' Festival nel 2011. In tutto ciò ho anche portato a termine la mia Laurea in Lingue e letterature straniere. Non ho mai smesso di scrivere canzoni e creare, cercando sempre nuovi modi per sperimentare e far evolvere la mia musica, anche verso strade e generi contemporaneamente distanti. Chi mi conosce sa che non mi piace essere classificato come artista che fa un genere preciso: Simone Perrone solista e i Jack In The Head ne sono un chiaro esempio.
Di cosa parlano "Scuro" e "Dannato amore" e come sono nati?
Traggo ispirazione da ciò che mi circonda, dalla vita che vivo, dalle esperienze che faccio. "Scuro testimonia a pieno ciò che affermo; è una canzone particolare, che sentì necessità di scrivere dopo aver perso mia nonna paterna. In realtà non so perché, è una di quelle cose che senti di fare, che ti vengono naturali, e che poi a mio parere sono anche le più belle. Il testo parte da questo stimolo per raccontare in parallelo anche il tema spesso trascurato dell'abbandono degli anziani, che mi ha sempre toccato particolarmente, io che ho avuto nei miei nonni un punto di riferimento basilare nella mia formazione come uomo. "Dannato amore" invece è una canzone che parla di quella miriade di casi in cui un sentimento così bello come l'amore diventa vittima dell'abitudine, delle false apparenze che in realtà dietro nascondono rapporti lacerati, marci, ed è così che una persona poi tende a trattare l'altra quasi come un proprio oggetto, da qui il titolo Dannato amore, un amore che non fa più respirare, che non fa più stare bene.
Hai altri inediti pronti per un disco?
Non ho mai smesso di scrivere canzoni, di creare e sperimentare. La mancanza di spazi di cui noi giovani artisti di oggi soffriamo non è nulla a confronto con la mancanza di idee. Ho moltissimi pezzi ancora nel cassetto. Ultimamente ho anche "debuttato" come autore per altri artisti, scrivendo "Parigi" e "Doretta mia", due brani del disco "Nonostante tutto" di Antonio Maggio, vincitore del Festival di Sanremo con la canzone dal titolo "Mi serivrebbe sapere", ed altre collaborazioni stanno per arrivare.
In cosa consiste il "Progetto Fantomatico zer 013"?
E' un'ulteriore prova della mia voglia di sperimentare e spaziare verso sonorità sempre diverse, tramite la quale emerge un ulteriore lato della mia personalità, un lato più elettronico se vogliamo. Dopo Simone Perrone ed il signor Woland (pseudonimo con il quale canto nei Jack In The Head) ecco anche "phantomatic man" ed il Progetto Fantomatico. Il videoclip di "Mostri" (qui un'anteprima www.youtube.com/watch?v=QvHclG50svk), il primo singolo targato PFz13 sarà lanciato nel web a fine mese. Fantomatico è un qualcosa che esiste, ma di cui le persone ignorano l'esistenza, da qui la definizione "musica fantomatica", musica che concretamente non esiste da nessuna parte se non in rete. E' un'idea nata per gioco, una sfida con me stesso, gettando l'occhio sul futuro e sulle nuove tecnologie dalle quali ormai la nostra società è circondata. Dagli arrangiamenti alle registrazioni delle voci fino ad arrivare allo stesso video di "Mostri", l'intero Progetto Fantomatico nasce tramite l'esclusivo utilizzo di dispositivi ipad ed iphone. L'idea di poter creare musica in movimento, non soltanto di fronte al mio pianoforte, ma anche in giro per il mondo, seduto aspettando un bus o all'univerità, ha sempre stimolato in me un forte interesse ed un'ulteriore motivazione per scrivere.
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