Adolescenza spezzata

Omicidio Sacher, pm: "15enni hanno reagito"

Il giudice ha convalidato il fermo per l'omicidio preterintenzionale del 61enne di Udine

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E' stato convalidato il fermo delle due 15enni di Udine, che si sono incolpate del delitto di Mirco Sacher. Lo ha deciso il giudice dopo l'assemblea in Camera di Consiglio. Le due ragazzine sono accusate di omicidio preterintenzionale e sono state mandate in comunità. Entrambe, durante l'interrogatorio davanti al Gip, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Cade così l'accusa di omicidio volontario. Il pm: "Hanno reagito a un approccio".

Il giudice quindi non ha ritenuto valide le ipotesi di reato per omicidio volontario e per furto aggravato in alternativa alla rapina. Le quindicenni trascorreranno i prossimi due mesi in una struttura protetta.

Inquirenti: "Hanno reagito a un tentativo di approccio" - Un approccio sessuale non gradito che avrebbe fatto scattare nelle ragazzine una reazione che ha portato alla morte di Mirco Sacher. Ma le adolescenti non avevano intenzione di uccidere. Sarebbe questa la ragione che ha spinto gli inquirenti a ipotizzare l'omicidio preterintenzionale.

"Non mettete le mani nel mio portafoglio" - Un omicidio non voluto, anche se l'ordinanza non esclude le altre piste, in particolare quando riporta una frase, "non voglio che mi mettete più le mani nel portafoglio", che Mirko Sacher avrebbe pronunciato domenica mattina alle due ragazzine, mentre pagavano del vino comprato in un supermercato. Lo ha testimoniato la cassiera agli investigatori.

Pericolo di fuga e di ripetere il reato - Nell'ordinanza, il Gip sottolinea, poi, oltre al pericolo di fuga, la personalità dimostrata dalle due arrestate durante la fuga, che porta a non esclude la possibilità che, se rimesse in libertà, le due possano commettere "altri gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede". Il giudice esclude quindi la legittima difesa perché le ragazzine avrebbero potuto scappare, anziché aggredire l'uomo e, appunto, provocarne la morte.

Movente economico per il pm non condiviso dal Gip - Il Gip non ha preso in considerazione il furto o la rapina dell'auto e del bancomat del pensionato e non ha condiviso la tesi della Procura che sarebbe più orientata a seguire un movente "economico" del delitto. Il pm Chiara Degrassi avrebbe sostenuto che le due volevano derubare il pensionato. Tra le righe, avrebbe lasciato intendere anche un possibile ricatto, forse addirittura un'estorsione, magari anche a sfondo sessuale. Qualcosa potrebbe essere andato storto, in maniera diversa dal solito, si vocifera in ambienti investigativi. Le indagini proseguiranno con gli esami del dna sui capelli delle ragazze e con una perizia sui tabulati telefonici e delle pagine facebook disposti dalla Procura.

Avvocato ragazza: "Accoglieremo la richiesta del pm del test del Dna" - "Il pubblico ministero chiederà che venga effettuato l'esame del Dna" su alcuni reperti, richiesta "che posso già annunciare che la mia assistita accoglierà". Lo ha anticipato l'avvocato Federica Tozel, che assiste una delle due quindicenni, all'uscita dalla struttura protetta dove si trovano le ragazze e dove si è svolta l'udienza di convalida. La legale ha spiegato che "le ragazze andranno in due comunità distinte".