Chi l'avrebbe mai detto: Bersani è un dee-jay, anzi, uno stornellatore. Ha una canzone con dedica per tutti. Canta a Berlusconi i Litfiba (Ti conosco mascherina), risponde alle critiche con Caterina Caselli (Nessuno mi può giudicare), sviolina a Grillo Mia Martini (Almeno tu nell’Universo), va da Napolitano parlando di governi di minoranza fischiettando Patty Pravo (Pensiero Stupendo), incita gli italiani a pagare le tasse con Tozzi-Morandi-Ruggeri (Si può dare di più), si nega a Monti con Renato Zero (il ritornello è Il triangolo no...), sbraita il povero Jannacci all'indirizzo di Renzi (Vengo anch'io, no tu no). Il quasi-premier Sarabanda, anzi Musichiere, vista l'età, in effetti ci mancava.
Almeno non si incazzi quando lo stesso Renzi gli mette su “Bisogna saper perdere” dei Rokes. D’altronde è la cosa che gli riesce meglio. Anche quando vince. Non gli bastava, a suon di giaguarate, aver dilapidato nelle ultime elezioni un vantaggio che nemmeno l’Inter del dopo calciopoli... No, non basta che tutti, da Confindustria a Napolitano, gli facciano presente che la matematica non è un'opinione, che forse è il caso di mettere i problemi del Paese (larghe intese) davanti alle sue beghe di condominio (correnti interne).
E così mentre la nave affonda (e Bersani canta Titanic di De Gregori) in Toscana va in scena la solita commedia: Renziani vs Bersaniani, con minacce, promesse, battute al vetriolo, stilettate, persino un "Io non c'ho messo bocca" di Bersani. Se fosse vero, vorrebbe dire che nemmeno i suoi gli danno più retta (il juke-box suona Arrivederci, amore ciao). Ma d'altronde, la mossa del Pd di far fuori Matteo Renzi dai Grandi elettori per il Quirinale, è la dimostrazione che non basta improvvisare, ci vuole arte in tutto. Perdere è una questione di metodo. E di metodo, il Pd e Bersani, ne hanno fin troppo.Tanto che si portano avanti con il lavoro: pensano già a come perdere le prossime elezioni. Colonna sonora, Antoine-Giampieretti: "Ovunque tu andrai, pietre in faccia prenderai"...