"Il mio corpo oggi è a forma di cuore e sono felice". Parole in libertà come tante, se a pronunciarle non fosse una donna che ha considerato per anni il suo corpo un nemico da far essiccare giorno dopo giorno, inseguendo una felicità trasparente. Adesso tutto è cambiato: Giuditta Guizzetti sta bene e, cosa più importante di tutto, sta per diventare madre. E chissà quale ninna nanna canterà al bimbo che porta in grembo: voce e intonazione non le mancheranno perché Giuditta in arte è YuYu, fenomeno musicale pop dei primi anni Duemila (basta leggere “Mon petit garçon” e “Bonjour bonjour” per ritrovarsi a fischiettarne le melodie), passata dalla pagina degli spettacoli a quelle della cronaca nel 2008 per “Il cucchiaio è una culla”, il diario della sua vita nel tunnel dell'anoressia.
Domani Giuditta torna ad essere YuYu perché esce "L'amour", il suo primo disco dopo anni di silenzio. Il singolo è accattivante e raffinato, un pezzo di classe. "Sono tornata a cantare in un momento molto speciale della mia vita. Questo disco è nato senza pensarci - racconta Giuditta - allo sbaraglio, un po' come avvenne per “Mon petit garçon”. Siamo contenti del risultato, non abbiamo aspettative particolari. Qua sta il bello: quello che viene viene". Il plurale è d'obbligo: "L’amour" ha la voce di YuYu, la produzione di Pippo Landro per New Music International, l’ispirazione iniziale di Ferdy Sapio e i testi della professoressa Marie, ossia la madre di Giuditta. In pratica lo stesso team che ha firmato i precedenti tormentoni di YuYu.
A come Amore e anoressia
“Ho una serenità che credo di non avere mai avuto in vita mia... anzi togliamo pure il credo” scherza una Giuditta molto in forma. “L'Amour perché la parola amore è la chiave della mia esistenza oggi. Il mio corpo è a forma di cuore, ho incontrato una persona meravigliosa, porto dentro di me un cuoricino. Basta guardarmi negli occhi per rendersene conto”.
Impossibile darle torto. Quasi impossibile credere che questa donna che oggi ha 37 anni sia arrivata a pesare 36 chilogrammi. Quasi impossibile anche immaginare che, una volta battuta questa moderna forma di tsunami umano, abbia sfiorato di nuovo il baratro. Davvero strano il suo destino: da assistente di volo della compagnia aerea Gandalf ai successi musicali internazionali del 2001. Poi gli anni della malattia, del ricovero a Casa Francisci a Todi e di quel diario privato che diventa un best seller. Ancora successo, ancora paura: “Mi hanno dimessa il 21 febbraio 2008. A ottobre è uscito il libro. Mi sono trovata spiazzata quando ho risentito il telefono squillare e dall’attenzione di nuovo di giornali e televisione. Ho traballato, stavo ricadendo in pieno nei circoli viziosi dell’anoressia con tutto quello che comporta, anche nell’alcol. Poi un giorno mi sono guardata alla specchio e, scusa il termine, mi sono fatta veramente schifo. ‘Devo cambiare': mi sono detta”
La rinascita ad Ibiza
La volontà di cambiamento e la speranza di salvezza per Giuditta passano per Ibiza, una terra promessa consigliatale da un amico. “Sono stata per una settimana a Ibiza, su un’isola fuori dal mondo, ho vissuto in una casa con energia solare e acqua dal pozzo - spiega - e ho deciso di trasferirmi. Sono tornata a casa a Bergamo, ho caricato l’auto e sono partita. Ricordo che guardavo nello specchietto retrovisore mia madre che mi salutava e io che dopo 500 metri mi son fermata a pensare: 'Che cosa sto facendo?'. Ma ho tirato dritto. E’ stata la mia salvezza. Due giorni di viaggio, i più intensi della mia vita. Indimenticabili. Poi Ibiza, la sua impronta hippy, non facile da vivere tra le contrasti dei milioni di abitanti d’estate e i centomila residenti d’inverno”. A Ibiza YuYu ritrova se stessa, lavorando in uno dei bazar più rinomati dell’isola. “E’ un concept store, una bellissima esperienza che mi ha ridato la dimensione della normalità nonostante frenesia e orari durissimi. Ora sono in maternità, poi vedremo cosa farò”
L’unica certezza: la volontà
A Ibiza Giuditta trova la sua serenità e l’amore di Piermario. A distanza di anni trova anche YuYu e la forza di guardare all’anoressia con gli occhi di chi ormai l’ha vinta. “Molti mi chiedono consigli per combattere questo grande male del secolo o per intuirne i sintomi. La risposta è semplice: se ci fosse una regola per tutti potremmo batterlo. E’ terribile, veramente terribile per te stessa e per chi ti sta attorno. Se ne esce con la forza di volontà, tanta. Quando sei schiava di questo male non ascolti. Ora ne parlo ma bisogna stare molto attenti: una parola può aiutare una persona, la stessa può ferirne un’altra”.