Il delitto di Udine, un'Avetrana all'incontrario
Rei confessi non creduti, un orco anziano, contesto degradato: tante le similitudini
Come un’Avetrana all’incontrario, il caso di Udine sta diventando un rebus intrigato in cui si mescolano esattamente rovesciati gli stessi elementi di uno dei casi più seguiti della cronaca recente. Anche qui ci sono ragazzine giovani a confronto con un presunto orco anziano, anche qui c’è un contesto sociale degradato, una periferia umana, anche qui c’è un cadavere, un delitto e anche qui c’è qualcuno che se ne assume la responsabilità ma non viene creduto.
Però avviene tutto a parti rovesciate: siamo al Nord anziché al Sud, la vittima è il vecchio presunto orco, chi si autoaccusa, invece, sono le ragazzine. Proprio come una Avetrana, ma riflessa in uno specchio. Un rebus, ha detto il pm dei minori. Un rebus dietro cui ancora una volta si nascondono sospetti di rapporti torbidi, relazioni sessuali, scambi di favori, anziani, soldi e minori, uno scenario cupo che troppe volte scopriamo solo perché ne vediamo uscire fuori una scia del sangue.
E che, anche in quelle occasioni, abbiamo paura di guardare fino in fondo.
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