L'OPINIONE

Beppe, fallo per nonno Giorgio

Grillo e l'uomo che ne ha viste di ogni

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Beppe, per favore: fallo per Giorgio. Se non ti basta lo spread, la disoccupazione, i volti tristi di giornalisti che cercano di capire se streaming sia un film russo o una prelibatezza francese. Se non vuoi farlo per il 75% degli italiani che si aspetta che, dopo le elezioni, i suoi rappresentati sappiano anche eleggere un governo.  Se non per loro, fallo almeno per Napolitano. Tu che sei un comico, meglio di tutti te lo puoi immaginare in questi momenti. Lui che ha vissuto il fascismo, ha fatto il comunista, ha difeso la rivoluzione in Ungheria e poi se n'è pentito. Un uomo abituato a parlare con Togliatti e Berlinguer, che ha vissuto le purghe staliniane e la maledetta perestroika. Passato indenne o quasi tra tangentopoli e le stragi di mafia (qui beffardamente anni dopo si è pure preso la tirata di orecchie di qualche giudice e giornalista).

Un politico che ha visto governi di tutti i colori dell'arcobaleno. Un uomo che ultraottantenne si è beccato le dimissioni di un Papa e due marò imballati come pacchi postali, con tanto di francobollo indiano. Un nonno che già pregustava la (meritata) pensione e si trova, nell'ultimo semestre del suo settennato, ad affrontare il ritorno in campo di Berlusconi e il viso triste di Bersani. Costretto a colloquiare con Crimi e la Lombardi, che poi è come se Rita Levi Montalcini fosse stata obbligata a parlare di medicina con Wanna Marchi. Ecco Beppe. Se non vuoi farlo per l'Italia o l'Italietta che sia, abbi almeno rispetto delle persone anziane. Mettiti una mano sulla coscienza, abbassa il cappuccio della tua super tuta, guardati allo specchio, accendi la tua amata diretta streaming e libera quel poveretto. Te ne saranno grati i figli e i nipoti. E con loro, un po' tutti noi.

Gian Luca Rocco
Twitter: @gianrocco