Bersani, mancano solo i due liocorni
Dal Wwf a Saviano, dal Cai ai giovani europei: consultazioni tra farsa e tragedia
Barbie è incazzata nera con Bersani. Sono giorni che, per fare le consultazioni, lui sta trascurando i suoi biondi capelli. Eppure di bambole, il premier designato pare averne pettinate tante in questi giorni. Probabilmente ha provato a lisciare anche la pelata di Saviano, interlocutore indispensabile per chi debba pensare a una trasmissione televisiva, scrivere un libro, condire la pizza e fare un governo.
Così come il Wwf, Legambiente, Greenpeace, il Touring Club, la Gioventù federalista europea, il Cai, e tutte le (rispettabilissime, per carità) associazioni che hanno sfilato davanti al segretario del Pd. Perché le consultazioni di Bersani sembrano un mix letale di dramma e farsa. Da una parte, pare un condannato a morte che deve percorrere il Miglio Verde e cerca di ritardare il più possibile la sua esecuzione: l’ultimo pasto sgranocchiato con lentezza, la telefonata, la confessione (in effetti abbiamo anche avuto don Ciotti), una lunga pipì. Tutto fa brodo per perdere un po’ di tempo, magari sperando in una telefonata che lo salvi dall’appuntamento con il boia, che in questo caso ha l’aspetto pacioso di Napolitano.
Dall’altra, sembra il remake della canzone dello Zecchino d’oro: ci son due coccodrilli, un orango tango… I due liocorni ancora non si vedono: probabilmente Federico Moccia e Fabio Volo (ministri alla Skuola e alla Cultura?), saliranno da Bersani per ultimi. A proposito di animali: dalle parti di Palazzo Chigi, in attesa dell’invasione dei grilli che biblicamente hanno surclassato ormai le cavallette, qualcuno giura di aver visto Topolino. E a Paperopoli già si mugugna.
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