ALTA TENSIONE

Ex Ilva, Conte a Taranto incontra gli operai dell'acciaieria | I sindacati: "Lo sciopero un segnale forte"

Furlan: "L'azienda non può permettersi di fare orecchie da mercante. In gioco il futuro di tante famiglie, l'economia e investimenti importanti". I commissari: prorogare lo stop di Altoforno 2

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Giuseppe Conte ha incontrato a Taranto gli operai dell'ex Ilva nel giorno dello sciopero proclamato dalle sigle sindacali. Per potersi confrontare con i dipendenti dell'acciaieria, il premier ha annullato l'incontro previsto per le 16 a Palazzo Chigi con il presidente della Repubblica di Lituania, Gitanas Nauseda. Si è recato nel capoluogo pugliese per discutere con gli operai i problemi legati alla gestione dell'impianto. 

Sciopero generale, i sindacati: "Segnale forte e chiaro" Nel giorno dello sciopero generale di tutti gli stabilimenti ex Ilva i sindacati parlano di "un segnale forte e unitario" arrivato dai lavoratori dell'impianto. "Bisogna avere rispetto per loro - scandisce la leader della Cisl Annamaria Furlan - e per tutte le comunità dove sono attivi gli stabilimenti della ex Ilva. In questa vicenda sono in gioco non solo il futuro della produzione di acciaio nel nostro Paese, ma anche investimenti importanti per la tutela dell'ambiente della sicurezza e della salute dei cittadini". 

Cisl: "L'azienda non lasci a un anno dal'accordo di rilancio" "Lo sciopero dei lavoratori - chiarisce - non può essere ignorato da ArcelorMittal e anche dal governo. Non si può abbandonare il sito industriale a meno di un anno dalla firma dell'accordo che rilanciava la capacità produttiva, la difesa dell'occupazione e soprattutto gli investimenti per l'ambientalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti. Sarebbe una vera catastrofe nazionale. Una sconfitta grave per tutti. E' evidente che l'atteggiamento di ArcelorMittal è inaccettabile, irresponsabile, quasi un ricatto. Ma l'unica strada è quella di ritornare al tavolo di confronto, far prevalere la responsabilità nella ricerca di una soluzione finalizzata a scongiurare i 5mila esuberi e la chiusura degli impianti". 

Commissari: prorogare lo stop all'Altoforno 2 Intanto, i commissari dell'Ilva di Taranto in amministrazione straordinaria hanno fatto sapere che chiederanno la proroga del termine per la realizzazione degli adeguamenti di sicurezza dell'Altoforno 2, sequestrato dopo l'incidente del 2015 in cui morì un operaio. Lo scopo è quello di evitare che l'intero impianto venga spento. Anche la Uilm lancia l'allarme: "ArcelorMittal, tenendo fede a quanto scritto nella lettera di recesso, sta portando gli impianti al minimo della capacità di marcia. Entro fine mese ci sarà lo stop totale". 

La Uilm: "Si rischia che si fermi tutto entro fine mese" "Giovedì hanno fermato l'Afo4 in maniera preventiva - spiega il segretario generale della Uilm di Taranto Antonio Talò - in vista dello sciopero che avevamo annunciato. Hanno ridotto anche la marcia del treno nastri e per l'Afo2 erano già programmate le operazioni di fermata, anche se c'è un discorso avviato con la Procura. Del resto avevano parlato di ordinare la fermata degli impianti e credo che stiano già operando in tal senso. Tra qualche giorno, in mancanza di provvedimenti, questa fermata degli impianti sarà inevitabile. Siamo in emergenza. Le condizioni poste da Arcelor sono inaccettabili e se è così vanno accompagnati alla porta. Ma non si può aspettare il giudizio del ricorso annunciato per il non rispetto del contratto perché il rischio è che nel frattempo si fermi tutto, senza avere idea di quali possano essere le azioni da mettere in campo per tutelare il salario dei lavoratori". 

Di Maio: "Obbligarli a restare" Luigi Di Maio va all'attacco e accusa: "Stiamo riparlando di Ilva perché ArcerloMittal si sta rimangiando la parola. La vecchia cordata non esiste più: dobbiamo obbligare ArcelorMittal a restare a Taranto". E ancora: "Può succedere che un imprenditore sbagli i calcoli ma gli oneri vanno fatti rispettare, le cambiali non vanno fatte pagare allo Stato ma rimangono alle imprese". Di Maio ricorda che "allo Stato è stato chiesto di rispettare il contratto di Calenda, adesso chi ci chiede di rispettarlo non rispetta i patti. Spero che i sovranisti siano mossi da orgoglio e non facciano i camerieri delle multinazionali". Poi, l'affondo contro la Lega: "Ogni volta che io provavo a essere duro, la Lega si schierava con Arcelor. Ora ho capito perché: hanno investito in Arcelor e stanno battagliando ancora per la multinazionale e non per i lavoratori. Abbiamo smascherato il finto sovranismo: abbiamo gli unici sovranisti al mondo che perorano le battaglie delle multinazionali anziché quelle di cittadini e lavoratori".

Jindal: "Non rinnoviamo il nostro interesse" Si tira indietro con un tweet da qualsiasi iniziativa sull'acciaieria il gruppo indiano di Jindal, che nega interesse per gli asset dell'ex Ilva dopo il recesso di ArcelorMittal. "Smentiamo con forza, si legge sul post pubblicato sull'account del gruppo, le indiscrezioni di stampa secondo cui Jindal Street & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l'acciaieria di Taranto". 

Patuanelli: "Nazionalizzare non è un tabù" Stefano Patuanelli lancia l'ipotesi nazionalizzazione e in un'intervista a Repubblica spiega: "Non vedo perché parlare di rischio. Credo sia stato storicamente un errore privatizzare la siderurgia, che era un fiore all'occhiello e di cui oggi rimane un unico stabilimento". Il ministro dello Sviluppo economico spiega che "in questo momento la priorità del governo è far sì che ArcelorMittal rispetti gli impegni presi. Questo è il piano A, il piano B e il piano C e per questo ho richiamato il Parlamento, le forze sociali e tutte le componenti istituzionali del Paese a un senso di responsabilità che deve far percepire all'imprenditore la presenza massiccia del sistema Italia".