fino al 2 giugno

Quando l’Europa parlava fiammingoA Roma in mostra i capolavori di Brueghel

L'esposizione al Chiostro del Bramante fino al 2 giugno

© Ufficio stampa| Pieter Brueghel il Giovane, L'Adulatore, 1592 ca., olio su tavola circolare, diam. 18,5 cm 

A partire dal Quattrocento e per tutto il secolo successivo l’arte fiamminga vive il suo periodo d’oro. Sono tanti i pittori nati in queste basse terre nordiche che vagabondano per l’Europa lasciarvi meravigliosi capolavori dipinti con una curiosa tecnica che loro stessi avevano perfezionato: l’olio. La maggior parte di essi proviene da importanti centri come Anversa, Bruges, Bruxelles, Gand e si sono formati in botteghe di grande reputazione, una su tutte: van Eyck. Ma è da Brueghel, un paesino delle Fiandre, che prende il nome una delle più prolifiche famiglie di pittori - attiva per ben quattro generazioni -, una vera e propria dinastia, il cui capostipite è quasi una leggenda: Pieter Brueghel il Vecchio (1526/1530 ca. – 1569). Poco o nulla si sa di lui, ma è certo che nel 1551 s'iscrive alla prestigiosa gilda di San Luca di Anversa e l'anno seguente, come molti dei suoi conterranei, parte per l'Italia e in tre anni l’attraversa tutta: dal Lago Maggiore a Roma, da Napoli a Reggio Calabria, a Messina.

A dire il vero, quasi tutti i membri della famiglia soggiorneranno nella nostra penisola portandovi la tradizione del nord e raccogliendovi però le suggestioni di una classicità che donerà quiete e solennità a molti loro dipinti. Addirittura Abraham, l'ultimo erede della dinastia, detto il "fracassoso", si troverà così bene in Italia che non rientrerà più nelle Fiandre.

A Brueghel il Vecchio, ai suoi numerosi discendenti e alle meraviglie della pittura fiamminga del suo tempo è dedicata la bella mostra al Chiostro del Bramante di Roma (fino al 2 giugno), oltre 100 opere provenienti da importanti collezioni private e da musei italiani e stranieri: il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Tel Aviv Museum of Art, il la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo di Capodimonte di Napoli.

Apre la mostra i Sette peccati capitali (1500 c.), il celebre dipinto di Hieronymus Bosch, artista che Pieter Brueghel considera un po’ come un padre spirituale. Ma, tanto Bosch è visionario e allegorico, irriverente, fantastico e grottesco, tanto Brueghel sa essere evangelico, pedagogico e letterario, pur non disdegnando l’ironia e la stravaganza.

Una delle caratteristiche dominanti dell'arte fiamminga è l’inclinazione a rappresentare la vita quotidiana di contadini che danzano e giocano in feste di paese; è la propensione a raccontare, come dice Sergio Gaddi (uno dei curatori della mostra) la cosiddetta "vita bassa", quella quotidiana, terragna della povera gente. Storpi, ciarlatani, ubriaconi e musici cenciosi partecipano a feste nuziali all'aperto, danno vita a colossali risse per la contesa di una partita a carte oppure si perdono in orge di cibo e vino (si veda ad esempio Danza nuziale all’aperto di Pieter Brueghel il Giovane). Sono i rappresentanti di un'umanità dolente, sempre in bilico tra peccato e misericordia, condannata all’infelicità perché gli è stata donata la libertà, ma non sa gestirla e, per noncuranza e sciatteria, finisce per sprecarla. Ecco perché a I sette peccati capitali di Bosch vengono accostate Le sette opere di misericordia di Pieter Brueghel il giovane: da un lato i vizi e dall’altro le virtù di un’umanità che in ogni caso è perduta.

Accanto al realismo grottesco, l'altra anima della pittura fiamminga è il paesaggio, ben rappresentato in mostra da Jan il Vecchio, figlio di Pieter Bruegel il Vecchio e padre di Jan Brueghel il Giovane. Pittore colto e di successo, anche Jan venne in Italia ed ebbe illustri committenti e collezionisti, come il Cardinale Carlo Borromeo. Soggiornò a Napoli (dove dipinse una grande veduta panoramica della città con la famiglia in primo piano) e a Roma, dove fece splendidi disegni dall'antico. Le sue tele furono così raffinate e realistiche nella mimesi di stoffe e fiori che si guadagnò l'appellativo di Jean "dei velluti".

Alle allegorie sono invece dedicate le opere del figlio di Jan, Jan il Giovane che si cimenta in più declinazioni di temi come le allegorie dell'Udito, dell'Olfatto, dell’Amore e della Guerra, nelle quali resta immutata la grande capacità tutta fiamminga di rendere con estremo verismo oggetti e dettagli di una natura che è impossibile definire morta. Basta guardare i raffinati vasi ricolmi di lussureggianti fiori, dipinti da Ambrosius o Jean Pieter Brueghel alla metà del Seicento per capire quanto raffinato sia stato il loro stile.

Lorella Giudici

© Ufficio stampa

Brueghel. Meraviglie dell'arte fiamminga 

Il Chiostro del Bramante ospita fino al 2 giugno 2013 Brueghel. Meraviglie dell’arte fiamminga, la prima grande esposizione mai realizzata a Roma dedicata alla celeberrima stirpe di artisti. Un’occasione unica per ammirare i capolavori di un’intera dinastia di eccezionale talento, attiva tra il XVI e il XVII secolo, e ripercorrerne la storia, lungo un orizzonte temporale, familiare e pittorico di oltre 150 anni.
Curata da Sergio Gaddi e Doron J. Lurie, Conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art, la mostra fa parte di un grande progetto internazionale che approda per la prima volta nella Città Eterna in una versione inedita e rinnovata, dopo le tappe di Como e Tel Aviv.  Arricchita da quasi venti nuove opere, la retrospettiva romana è promossa e organizzata da Arthemisia Group 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e DART Chiostro del Bramante.
Con oltre 100 opere, l’esposizione offre al pubblico la possibilità di vedere da vicino meravigliosi dipinti, presentati in modo organico e completo nella suggestiva cornice capitolina, provenienti da importanti musei nazionali e internazionali, e da un elevato numero di prestigiose collezioni private, nella cui  estremamente frammentaria dislocazione nel mondo sta l’eccezionalità di questa mostra, che è riuscita a raccogliere e mettere insieme capolavori altrimenti difficilmente accessibili, alcuni dei quali finora mai esposti al pubblico.

Il Chiostro del Bramante è uno straordinario esempio di architettura rinascimentale. È opera di Donato Bramante (1444-1515) che, trasferitosi da Milano a Roma dopo la caduta di Ludovico il Moro, diventerà qui primo architetto di Papa Giulio II e sarà grande rivale di Michelangelo. Fa parte del complesso che comprende anche l’attigua Chiesa di Santa Maria della Pace in cui si trovano le famose Sibille di Raffaello.

OrariTutti i giorni dalle 10,00 alle 20,00 - Sabato e domenica dalle 10,00 alle 21,00 - (la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: Intero  € 12,00; Ridotto € 10,00; Ridotto Gruppi € 10,00 (prenotazione obbligatoria min 15 max 25 persone); Scuole > € 5,00; Scuola dell’infanzia > € 3,00; Famiglia > € 30,00 (solo genitori e figli – minimo 3 persone)
Infoline e prevendita: Tel. 06 916508451

Chiostro del Bramante
Arco della Pace, 5
Roma

Tel.: +39 06 68809035www.chiostrodelbramante.it - info@chiostrodelbramante.it - didattica@arthemisia.it


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