Un accordo raggiunto in nottata dai ministri delle Finanze dell'eurozona prevede, in cambio di un piano di aiuti per circa 10 miliardi di euro al governo di Cipro, un pesante prelievo sui depositi bancari. Dalle prime ore del giorno, lunghe file di persone, a piedi e in auto, si sono create davanti agli sportelli bancomat per effettuare prelievi di contante. La rabbia è tanta perché era stato promesso che i risparmi non sarebbero stati toccati.
La rabbia della gente - Tra la gente in coda c'è stata tanta rabbia contro il precedente presidente della Repubblica, il comunista Demetris Christofias, accusato di aver temporeggiato e non aver preso tempestive misure contro la crisi imminente. Ma non sono mancati rimproveri al nuovo capo dello Stato, Nikos Anastasiades (centro-destra), che in campagna elettorale aveva più volte promesso "che i risparmi in banca non sarebbero mai stati toccati". Il presidente cipriota ha spiegato che il prelievo sui depositi è stata una decisione "dolorosa" da prendere ma necessaria per ottenere gli aiuti finanziari internazionali ed "evitare la bancarotta".
Due imposte uniche del 10 e del 7% - E' la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Ciò non è successo, per esempio, nei casi di Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo. Dal prelievo sui depositi bancari - molti dei quali sarebbero di cittadini russi non residenti - si spera di recuperare circa 5,8 miliardi di euro. Il prelievo consiste in un'imposta unica del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% per quelli inferiori. Le banche effettueranno i prelievi martedì mattina, dopo la festività religiosa del cosiddetto "Lunedì pulito", l'equivalente ortodosso del Mercoledì delle Ceneri. Anche le banche cooperative, di solito aperte il sabato , hanno deciso di chiudere gli sportelli a causa dell'enorme afflusso di clienti che volevano prelevare il denaro in contanti e chiudere i propri conti. Il governo cipriota ha dato inoltre disposizioni affinché le banche blocchino durante questo fine settimana i trasferimenti di denaro via internet.
Il precedente di Amato - Un analogo precedente ci fu in Italia con il governo di Giuliano Amato nel 1992 quando venne istituita un'imposta straordinaria del 6 per mille sui depositi bancari da versare entro il 15 settembre di quell'anno.