"Non si è trattato di una fecondazione eterologa. Un dettaglio che dovrebbe essere irrilevante, ma che è servito da pretesto per accentuare l'ipocrisia degli scandalizzati d'ufficio". E' con questa puntualizzazione che sulla vicenda di Giovannino, il neonato di 4 mesi abbandonato da papà e mamma in ospedale per la rara malattia che lo affligge, interviene il ginecologo Silvio Viale, medico del Sant'Anna di Torino, dov'è in cura il piccolo, ed esponente dei Radicali. E nel suo lungo post su Facebook esordisce così: "Sento il dovere di scusarmi con i genitori per la fuga di notizie".
E' così che il medico cerca di chiarire la situazione finita in una bufera mediatica: "Una vicenda così unica, grave e inattesa, - scrive nel suo lungo post su Facebook, - non meritava la gogna mediatica a cui sono sottoposti i genitori. Ma anche gli operatori che si sono occupati del caso. a sofferenza per i genitori è inimmaginabile, non liquidabile con battute da caserma, e ogni inappropriato commento pubblico rischia di lacerarne le ferite. Solo chi si approccia in modo ideologico, deresponsabilizzato, colpevolista, può non immedesimarsi".
Giovannino è affetto da una rarissima e incurabile patologia della pelle ed è stato abbandonato dai genitori all'ospedale Sant'Anna di Torino subito dopo la nascita. Ora si è in attesa che il Comune di Torino, insieme al Tribunale dei Minori, decida a chi affidarlo. Mentre il mondo politico si divide tra chi, come i Radicali, pensa che per Giovannino "sia meglio non sopravvivere" e chi, come Fratelli d'Italia, critica "la cultura della morte".
Il piccolo ha da poco compiuto quattro mesi. Ha il corpo ricoperto di placche e squame a causa di una malattia genetica chiamata Ittiosi Arlecchino. Una patologia rarissima, che colpisce un bimbo su un milione. Non ha problemi neurologici, ma è completamente sfigurato da croste e vesciche che rendono impossibile anche solo intravederne gli occhi. "E' un bambino normale - spiegano i medici - Con una malattia che richiede enorme impegno e dedizione". Una malattia che i suoi genitori, forse per paura, forse per questioni economiche, non se la sono sentita di affrontare.
"Sin dalla nascita - continua Viale - la vicenda è stata 'canalizzata' verso una adozione pietosa, che non può che avvenire in una struttura misericordiosa e compassionevole come il Cottolengo di Torino. Si può dire, senza timore di essere smentito, che per i genitori occasionali non ci potesse essere altra scelta. Soprattutto nei primi giorni dopo la nascita. Quando personale, sorpreso e smarrito, deve avere anche esitato a mostrare il neonato alla madre".