Crisi, gli italiani spendono di meno per il cibo
Il settore alimentare perde 20 miliardi: in 5 anni crolla del 10% la spesa. Secondo Federalimentare, compriamo di meno e scegliamo prodotti più economici
Come negli altri settori, la crisi si sente anche sulla tavola: secondo Federalimentare, tra il 2007 e il 2012 la spesa alimentare è diminuita di 20 miliardi di euro, con un calo secco del 10%. Nel solo 2012 i consumi sono risultati in flessione del 3% sul 2007 (pur registrando un aumento del 2,3% rispetto al 2011), per un valore di 6,8 miliardi di euro, "pari a 10 volte il mercato di computer, smartphone e tablet".
La crisi fa svuotare frigoriferi e dispense: gli italiani comprano meno e scelgono prodotti più economici. Nonostante tutto, spiega Federalimentare, l'industria alimentare mantiene un ruolo calmieratore sull'inflazione. Secondo elaborazioni del Centro Studi di Federalimentare, i prodotti dell'industria alimentare hanno registrato nel gennaio scorso un +2% sul pari mese 2012, confermandosi sotto il tasso di inflazione (+2,2%).
Federalimentare, in una ricerca svolta con Format research, evidenzia tre concreti segnali di preoccupazione sul fronte della competitività del settore: calano dal 58 al 45% le imprese che effettueranno investimenti nel prossimo biennio, l'occupazione è in discesa con -6,6% nel 2012 e cinquemila posti di lavoro in meno negli ultimi due anni e l'accesso al credito si fa sempre più difficile, tanto che nel 2012 un terzo delle imprese ha ricevuto risposte negative dalle banche (richieste non accolte o accordate in misura ridotta). L'associazione chiede al nuovo governo di "ridurre in particolare la pressione fiscale fermando ogni tassazione impropria, come food tax o accise, contrastare l'aumento dell'aliquota del 21% previsto a luglio di quest'anno e ridurre l'incidenza fiscale dei costi di trasporto e dell'energia".
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