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Unipol, Berlusconi condannato a un anno

Violato il segreto istruttorio nella vicenda della telefonata in cui Fassino disse a Consorte: "Abbiamo una banca", finita sul "Giornale". In estate la prescrizione. Berlusconi: "Perseguitato"

Ansa

I giudici della Quarta Sezione penale del tribunale di Milano hanno condannato a un anno Silvio Berlusconi, imputato per la vicenda con al centro l'intercettazione Fassino-Consorte, avvenuta in piena scalata a Bnl da parte di Unipol e pubblicata su Il Giornale quando era ancora coperta dal segreto istruttorio. Condanna a 2 anni e 3 mesi per il fratello Paolo.

"Abbiamo una banca" - La vicenda risale al 2005 e nell'intercettazione in questione Fassino, ora sindaco di Torino e allora segretario dei Democratici di sinistra, diceva a Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol: "E allora siamo padroni di una banca?". In seguito a quella pubblicazione, che risale al 31 dicembre 2005, venne aperto il procedimento che ha portato all'attuale sentenza, appunto nei confronti di Paolo Berlusconi, editore del "Giornale", nel quale Fassino si è costituito parte civile.

Le condanne - Silvio Berlusconi era stato rinviato a processo nell'ambito della stessa inchiesta il 7 febbraio 2012 ed è stato oggi condannato per violazione del segreto istruttorio, in concorso con il fratello Paolo, anch'egli condannato. Paolo è invece stato assolto dai giudici per le accuse di ricettazione e millantato credito. Il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti del leader del Pdl.

A Fassino un risarcimento da 80mila euro - I giudici hanno inoltre disposto un risarcimento a carico di Silvio e Paolo Berlusconi per 80mila euro da versare a Fassino. Il risarcimento è stato disposto a titolo di provvisionale.

In estate il reato cadrà in prescrizione - Il processo milanese sul caso Unipol è però su un "binario morto". Infatti la vicenda giudiziaria verrà sepolta dalla prescrizione che cadrà già il prossimo luglio e al massimo in agosto. Il reato contestato sarà quindi cancellato ma non il risarcimento di 80 mila euro a Piero Fassino.

Berlusconi: "Dai giudici una persecuzione intollerabile" - "E' davvero impossibile tollerare una simile persecuzione giudiziaria che dura da vent'anni e che si ravviva ogni qual volta vi sono momenti particolarmente complessi nella vita politica del Paese". Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi in una nota commentando la sentenza di condanna.

Alfano: "Pm tentano di eliminare Berlusconi" - "E' sempre più chiaro che vi è un tentativo di eliminazione di Silvio Berlusconi per via giudiziaria, essendo fallito quello per via elettorale e democratica. Il Pdl reagirà con tutta la forza di cui dispone per difendere la democrazia italiana". Lo ha affermato Il segretario del Pdl Angelino Alfano.

Longo: "E' la prima condanna per violazione di segreto" - Così ha commentato la sentenza Piero Longo, difensore di Silvio Berlusconi: "Credo che sia la prima volta che si condanna per la violazione del segreto istruttorio". E ha poi aggiunto: "No, non sono sorpreso, perché siamo a Milano e data la pratica forense nei processi a Silvio Berlusconi". "Mi piacerebbe difendere imputati con altri nomi e non a Milano", ha aggiunto ancora l'avvocato, con lieve ironia.

"Non c'erano prove per la condanna" - Il legale ha inoltre sottolineato che non c'erano elementi o prove per condannare Silvio Berlusconi, ricordando che pende ancora in Cassazione l'istanza di ricusazione di uno dei giudici del collegio (Maria Teresa Guadagnino) che oggi ha emesso la sentenza. "Se venisse accolta - ha spiegato - questa sentenza sarebbe annullata".

Longo ha inoltre precisato: "Sono dispiaciuto e costernato perché sono convinto che gli elementi a carico erano insufficienti o contraddittori o addirittura mancanti, come aveva dimostrato la prima richiesta di archiviazione formulata dalla Procura per Berlusconi". Sotto il profilo della logica, dunque, ha aggiunto il legale, "non mi aspettavo una sentenza di condanna".

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