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Giuliano Amato, sei motivi per cui vergognarsi

Il "Dottor Sottile" scrive a Repubblica rispondendo a un articolo che parlava dei suoi 31mila euro di pensione. Afferma di non avere nulla per cui vergognarsi. Ne è sicuro?

Ufficio Stampa Mediaset

“Non faccio parte della casta, ditemi perché dovrei vergognarmi”, dice spudoratamente Giuliano Amato con una lettera a Repubblica di oggi lunedì 4 marzo 2013. E noi lo accontentiamo:

a) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese fra pensione Inpdap (22mila euro) e vitalizio da parlamentare (9mila euro) come finalmente ammette lui stesso nella medesima lettera;

b) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese di pensione dopo aver tagliato le pensioni agli italiani;

c) Deve vergognarsi perché è stato il principale consigliere economico e politico di Craxi e non si è mai accorto dello sfascio e dei furti della prima Repubblica (dormiva?);

d) Deve vergognarsi perché da sempre fa parte della classe dirigente che negli ultimi decenni ha consentito l’esplosione dei costi della politica e degli annessi privilegi;

e) Deve vergognarsi perché nonostante questo, nel 2012 è stato nominato da Monti consulente per i tagli ai costi della politica e non ha fatto nulla per tagliarli davvero;

f) Deve vergognarsi perché uno che è stato due volte presidente del Consiglio, due volte ministro del Tesoro, una volta ministro dell’Interno e presidente dell’Authority del mercato non può dire “non faccio parte della casta”.

Fra l’altro nella lettera a Repubblica Amato, dopo aver ammesso di prendere 31mila euro al mese di pensione, dice che i 9mila del vitalizio li gira a una comunità di assistenza. Bene, invece di tante inutili parole di autoelogio, Amato ci dica di quale comunità si tratta e soprattutto esibisca le ricevute dei versamenti che come dice lui sono già stati effettuati nei mesi scorsi. Solo così potrebbe smettere di vergognarsi, almeno un po’.

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