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Milano, insulti e minacce: Liliana Segre sotto scorta

Il provvedimento è dovuto principalmente all'escalation di insulti e minacce rivolti sui social contro la senatrice

Ha quasi 90 anni, è sopravvissuta ai campi di sterminio e ora, per questioni di sicurezza, dovrà muoversi sotto scorta. Da oggi infatti due carabinieri "veglieranno" su Liliana Segre. La misura di protezione è stata ratificata mercoledì mattina dal prefetto di Milano Renato Saccone. Il provvedimento è dovuto principalmente all'escalation di insulti e minacce rivolti sui social contro la senatrice e per i suoi sempre maggiori impegni pubblici.

Come riporta il Corriere della Sera, tecnicamente il provvedimento prevede una "tutela": la Segre sarà accompagnata da due carabinieri in ogni spostamento e uscita pubblica. La senatrice ha più volte parlato degli insulti che riceve quotidianamente sui social: circa 200 messaggi ogni giorno che incitano all'odio razziale. Una campagna di violenza ormai di lungo corso tanto che già nel 2018 la Procura ha aperto un'inchiesta contro ignoti.

Fico: "Sconfitta per tutti" "Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, testimone dell'Olocausto, è stata posta sotto scorta per le minacce ricevute. E' una sconfitta per tutti noi, un passo indietro per la società. Perché ad essere fragili ed esposti alle minacce sono, con lei, il nostro patrimonio comune di principi, la nostra identità, il terreno stesso su cui poggia la repubblica democratica. Questo impone che ognuno di noi faccia la propria parte per affermare con forza gli irrinunciabili valori del nostro vivere comune: dialogo, rispetto, solidarietà, tutela dei diritti e quindi l'antifascismo. Liliana Segre è una donna straordinaria, a lei va tutta la mia vicinanza". Lo scrive il presidente della Camera, Roberto Fico.

Centro Wiesenthal: una vergogna per l'Italia  "E' una vergogna per l'Italia che una sopravvissuta alla Shoah di 89 anni sia attaccata in questo modo su internet". La denuncia è di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, che commenta la vicenda della senatrice Liliana Segre. "E' responsabilità del
governo fare pressione perché ciò finisca. Ma il problema - ha spiegato - non sta tanto nell'Italia, quanto nelle reti sociali che dischiudono un diluvio di attacchi personali".

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