NUOVO SEQUESTRO

Nigeria, rapiti sette lavoratori stranieri, tra loro c'è un ingegnere italiano

I lavoratori presi in ostaggio da un gruppo armato di Boko Haram. La Farnesina: "C'è anche l'italiano Silvano Trevisan". Il governo al lavoro per garantire "l'incolumità del connazionale"

© Ap/Lapresse

Almeno 7 dipendenti di una azienda di costruzioni libanese sono stati rapiti da uomini armati legati alla frangia estremista di Boko Haram e la loro guardia del corpo uccisa, in un attacco avvenuto a Jama, nel nord della Nigeria, sabato notte. Tra loro l'ingegnere italiano Silvano Trevisan. "C'è stato un attacco nella sede dell'impresa di costruzioni Setraco, in un quartiere di Jama (200 km da Bauchi)", ha detto il capo della polizia locale.

Chi è l'italiano rapito - L'italiano in mano ai rapitori è l'ingegnere Silvano Trevisan di 69 anni. L'uomo è originario di San Stino di Livenza (Venezia), ma non abita più in Veneto da moltissimo tempo e nella città di origine non ha più nessun parente stretto. E' iscritto nel registro degli italiani residenti all'estero.

Farnesina: "La priorità è l'incolumità di Trevisan" - Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, segue da vicino il rapiment. Attraverso l'ambasciatore ad Abuja - si apprende al ministero - l'Italia è in contatto con le autorità nigeriane alle quali è stato ribadito che "la priorità assoluta dell'Italia è l'incolumità del cittadino". Il capo del governo locale, Adamu Aliyu, ha rivelato la provenienza degli ostaggi: Regno Unito, Libano, Grecia e Italia.

La ricostruzione dell'accaduto - Secondo quanto riferisce il Mail online, il commando armato ha prima attaccato una prigione locale, dando fuoco a due camion della polizia, quindi si è diretto verso il cantiere della Setraco, dove ha sparato e ucciso la guardia prima di rapire i sette dipendenti. I sequestrati, secondo fonti locali, sono un italiano, un britannico, un greco e quattro libanesi.

Il caso di Franco Lamolinara - L'8 marzo 2012 Franco Lamolinara, un ingegnere italiano, fu ucciso dai suoi sequestratori durante un blitz delle teste di cuoio nigeriane con l'assistenza delle forze speciali britanniche per liberare lui e un collega britannico dai terroristi di Boko Haram. L'episodio aveva provocato frizioni diplomatiche tra Londra e Roma. A giugno invece il sequestro di un altro italiano, Modesto Di Girolamo, si era risolto con la sua liberazione dopo cinque giorni.