SPETTACOLO O ORRORE?

Corrida un patrimonio? E' guerra in Spagna

Madrid contro il divieto di Barcellona: la tauromachia è un bene nazionale da tutelare

© Ap/Lapresse

Patrimonio nazionale o spettacolo dell'orrore? Madrid e Barcellona si sfidano nel segno della corrida. Già, perché se da un anno la tauromachia è vietata in Catalogna, ecco che arriva, al Congresso della capitale spagnola, una sorta di vendetta: il partito di governo punta alla promozione della tradizione spagnola a "bene culturale", mossa che obbligherebbe Barcellona a fare marcia indietro.

Intorno alla corrida in effetti c'è un bel po' di confusione, come scrive il "Corriere della Sera". Il crudele ma al tempo stesso affascinante "spettacolo" da due anni è stato dichiarato "patrimonio culturale francese". Nel gennaio 2012 la Catalogna ha vietato la tauromachia nel suo territorio. E poi ci sono le leggi dell'Unione europea contro il maltrattamento degli animali, per non parlare del continuo calo di spettatori.

Eppure, proprio intorno a questo discusso intrattenimento, così significativo nella tradizione ispanica, si sta riaccendendo la lotta politica. Con le eterne avversarie Madrid e Barcellona che si sfidano apertamente.

La corrida è senza ombra di dubbio un retaggio della Spagna arcaica, latifondista, contadina. Molto lontana dalla cultura moderna che ha orrore del sangue, della violenza sugli animali, della crudeltà. Eppure, quel rito arcaico sta diventando terreno di lotta politica.

Alla sfida lanciata dalla Catalogna nel gennaio 2012 con il divieto della corrida rispondono oggi gli unionisti di Madrid. La battaglia è appena cominciata con il via libera all'iter legislativo, dice ancora il "Corriere". I Popolari di Rajoy fanno della corrida una sorta di bandiera del centralismo, i catalanisti dicono no, i socialisti per ora si astengono. Intanto, dal 2007 al 2012 gli spettacoli si sono dimezzati. Aumenta però il numero di chi tenta la sorte intraprendendo la carriera di torero. E la colpa è della crisi.