PARLA IL PENTITO

Stato-mafia, Brusca accusa Mancino: "Il papello dei boss era indirizzato a lui"

Il pentito di Cosa Nostra lancia un attacco diretto all'ex presidente del Senato. A lui, secondo il mafioso, erano dirette le richieste dei boss per sospendere la "guerra": Mancino: "Fu lotta senza tregua"

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Il pentito Giovanni Brusca accusa l'ex presidente del Senato Nicola Mancino di essere il destinatario del famigerato papello, la richiesta da parte dei boss di Cosa Nostra da dirigere allo Stato per mettere fine alla "guerra". Lo ha detto nel corso dell'interrogatorio avvenuto nell'udienza preliminare dell'inchiesta per la trattativa Stato-mafia davanti al Gup di Palermo Piergiorgio Morosini.

L'ex sindaco di Palermo Vito Cianciamini era, come ormai noto alle cronache, l'affidatario del papello e lui avrebbe, secondo Brusca, avuto l'incarico di recapitarlo all'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino. L'ex presidente del Senato ha sempre negato di aver saputo dell'esistenza di una trattativa tra Stato e mafia per fermare le stragi che in quei mesi avevano insanguinato il Paese. Mancino nello stesso processo è però imputato per falsa testimonianza. Brusca e Mancino sono imputati, assieme a politici, boss ed ex ufficiali dei carabinieri. Il collaboratore è accusato di violenza o minaccia a Corpo politico dello Stato, l'ex ministro di falsa testimonianza. Brusca ha datato la consegna del papello agli ufficiali del Ros tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio.

Brusca doveva uccidere Mannino - Nello stesso interrogatorio Brusca ha anche ammesso che per fare pressioni sulla politica la Cupola gli aveva dato ordine di uccidere l'ex ministro Calogero Mannino. Progetto poi sospeso in extremis proprio per ordine dei capimafia. Un evento che, secondo la procura, avvalora la tesi secondo la quale fu proprio Mannino ad essersi assunto il ruolo di tramite tra la mafia e Roma per salvarsi la vita. Anche Mannino è imputato ma ha ottenuto il rito abbreviato e quindi la sua posizione è stata stralciata.

Lima ucciso per colpire Andreotti - Sempre Brusca ha poi ripercorso un altro evento chiave di quegli anni: l'omicidio dell'eurodeputato Dc Salvo Lima. Un omicidio compiuto per colpire indirettamente Giulio Andreotti, capo della sua corrente nel partito. Lima fu colpito a morte il 12 marzo del 1992, a pochi giorni dalle elezioni politiche che si svolsero il 5 aprile. La colpa, tesi portata avanti dalla Procura di Palermo, è stata quella di non aver garantito a Cosa Nostra una sentenza favorevole al primo maxiprocesso.

Mancino: "Lotta alla mafia senza tregua"- Non si è fatta attendere la reazione di Mancino. "Non ho mai ricevuto alcuna richiesta per un alleggerimento del contrasto dello Stato nella lotta alla mafia che fu senza quartiere".