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Algeri, i rapitori: "Respinto blitz dell'esercito" "Il sequestro è una vendetta contro la Francia"

Nessun italiano coinvolto nell'attacco terroristico a un sito petrolifero della Bp. Due i morti, 41 le persone sequestrate. In serata il gruppo islamico armato annuncia di aver respinto un blitz dell'esercito algerino poi intima alla Francia di fermare la "crociata contro il Mali"

Ap/Lapresse

La Farnesina ha confermato che nessun italiano è rimasto coinvolto nell'attacco al campo petrolifero di Tigantourine nella regione di In Amenas, in Algeria. Nell'assalto sono morti due stranieri, un algerino e un inglese, 6 sono rimasti feriti mentre una quarantina di persone di diverse nazionalità sono state prese in ostaggio. L'azione è stata rivendicata da Al Qaeda come vendetta contro la Francia per la "crociata in Mali" contro gli jihadisti.

Sequestro "vendetta contro la Francia"
I miliziani vicini ad Al Qaeda che hanno sequestrato il gruppo di persone nel sito petrolifero vicino a In Amenas, in Algeria, hanno affermato di avere respinto un raid dell'esercito algerino che cercava di entrare nel sito. Lo rende noto l'agenzia mauritana Ani. Rivendicando il rapimento, il gruppo ha spiegato che si tratta della "risposta alla crociata delle forze francesi in Mali" e ha intimato che tale crociata e "l'aggressione al Mali" si fermino.

L'operazione potrebbe essere stata anche una "lezione" impartita all'Algeria per aver dato il proprio assenso al sorvolo degli aerei francesi diretti in Mali per appoggiare il governo nella battaglia contro i jihadisti islamici, secondo quanto riferito dal portavoce della katiba di Belmoctar a Sahara Media.

Sono 41 i rapiti, una ventina gli stranieri
Dei 41 sequestrati in Algeria sarebbero "poco più d'una ventina" gli stranieri, secondo quanto riferito da fonti dell'Unità di crisi che, da Illizi, sta seguendo la vicenda. In maggioranza sarebbero di nazionalità norvegese (13), britannica, americana, francese e giapponese.

Circa metà degli ostaggi, i lavoratori di nazionalità algerina, sarebbero "liberi (di muoversi) nella base, ma non possono uscire dal sito. Contrariamente agli ostaggi stranieri che invece sono bloccati in un angolo e non possono muoversi". Lo afferma l'amministratore delegato della società petrolifera.

Gli islamisti: "Uccideremo gli ostaggi ad uno ad uno"
Il leader del Movimento per l'unità e la jihad in Africa Occidentale (Mojwa), Omar Oud Hamaha, ha parlato a "Die Welt" dicendo: "Abbiamo preso prigionieri 41 soldati britannici e francesi e li uccideremo uno per uno se gli attacchi dei francesi non termineranno" dopo aver rivendicato il rapimento. 

In cambio del rilascio chiesta la liberazione di 100 detenuti
I sequestratori hanno chiesto "la liberazione di 100 terroristi detenuti in Algeria per rilasciare gli ostaggi". Lo ha riferito per telefono un dipendente del sito petrolifero che ha chiesto l'anonimato e che assiste alla presa di ostaggi. "Gli assalitori esigono inoltre che questi islamici siano condotti nella regione del nord del Mali", ha aggiunto la fonte.

Un ostaggio: forse il sito è minato
I terroristi "ci hanno detto che hanno minato la base", ha detto al sito del quotidiano "Le Figaro" uno degli ostaggi, la cui nazionalità non viene precisata. "Gli ostaggi non si trovano tutti nello stesso posto".

Fallito il sequestro di un autobus
Lo stesso gruppo di terroristi che ha compiuto l'attacco al campo di Tigantourine aveva tentato anche, poco prima, di impossessarsi di un autobus, sul quale viaggiavano degli stranieri, diretti all'aeroporto di In Amenas. Secondo quanto riferito dal ministero dell'Interno, una volta fallito il sequestro del bus, gli uomini armati hanno puntato sul campo petrolifero.

Il premier francese: "Non cederemo davanti ai terroristi"
"Di fronte alla minaccia dei gruppi terroristi, la determinazione del governo non cederà", ha detto il premier francese Jean-Marc Ayrault, parlando con alcuni esponenti del Parlamento a Parigi.

Chi è il capo dei rapitori
Moctar Belmoctar, il capo della brigata islamica che ha rapito gli stranieri dal campo petrolifero in Algeria, si sarebbe avvicinato al Movimento per l'Unicità e la Jihad nell'Africa occidentale (Mujao), dopo aver lasciato Al Qaeda nel Maghreb islamico. In particolare, Belmoctar opererebbe a Gao, una delle città del nord maliano in mano agli jihadisti da mesi.

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