ATTACCO DELLA CHIESA

Figli a coppie gay, la Cei contro la Cassazione"Sentenza pericolosa, crea grande sconcerto"

Dalla Chiesa dure critiche alla Suprema Corte. Monsignor Paglia: "I bambini non sono merce"

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All'indomani del pronunciamento della Cassazione che apre alla possibilità per un bambino di essere cresciuto da una coppia gay, la Chiesa attacca: "E' una sentenza ambigua che crea sconcerto". A criticare la Suprema Corte è il quotidiano della Cei, "Avvenire", che scrive: "Per esperienza comune la nascita di un bambino scaturisce dall'unione tra un uomo e una donna e comporta la cura da parte dei genitori".

"Il punto più sconvolgente della sentenza - scrive il giornale - è che considera il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori dalla realtà naturale, biologica e psichica, umana e che non si sa bene quanto dovrebbe durare". Il quotidiano cattolico riconosce però che la sentenza della Cassazione è comunque "a favore del male minore e non una sentenza ideologica che 'apre' alla possibilità di adozione da parte delle coppie gay".

Per il presidente del Pontificio consiglio della famiglia, Vincenzo Paglia, "l'adozione dei bambini da parte degli omosessuali, porta il bambino ad essere una sorta di merce, cioè: come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell'altro". Lo ha detto in una intervista alla Radiovaticana, commentando la manifestazione che si svolgerà domenica in Francia contro la proposta di legge di Hollande di introdurre le nozze gay con diritto all'adozione. Il ministro vaticano per la famiglia, però, non cita la sentenza della Cassazione italiana che sta suscitando numerose polemiche.

"Con formule che promuovono in linguaggio neutro, per cui non si parla più di padre e madre ma di genitore A e genitore B - secondo Paglia - rischiamo solo il ridicolo, perché l'uguaglianza è una cosa, il rispetto della diversità è altro perché proprio per avere un'uguaglianza robusta è necessario rispettare le diversità".

Concia (Pd): "Vescovi fanno una battaglia ideologica"
Mi chiedo quale sia il senso di umanità dei vescovi che mettono in discussione che un bambino possa continuare ad avere una continuità affettiva con una madre omosessuale. Non riesco a vedere il senso di umanità del prelato. Il vescovo è più interessato a portare avanti una battaglia ideologica o al sano sviluppo di una bambino e di una bambina che deve crescere sereno in una famiglia?" E' quanto commentato in diretta a Tgcom24 da Paola Concia (Pd) sul dibattito innescato dalla sentenza della Cassazione sui figli alle coppie gay. Proprio in merito alla sentenza aggiunge: "Questa sentenza della Cassazione non fa altro che registrare la realtà, ovvero che un bambino può crescere normalmente in una famiglia omosessuale".

A Tgcom24 parla il legale della donna che ha avuto l’affido esclusivo del figlio
"Lo scalpore di questa sentenza ha stupito me e la mia assistita perché il bambino vive serenamente la situazione perché per lui è la normalità. La mia assistita si è battuta per dimostrare di essere una buona madre. Questa sentenza mette la parola fine alle sofferenze". Sono le parole rilasciate a Tgcom24 dell’avvocato Raffaella Richini, legale della donna omosessuale che ha ricevuto l’affido esclusivo del figlio.

"Non ci aspettavamo queste polemiche"
Sulla vicenda, il legale ha aggiunto: "Purtroppo il bambino ha assistito a episodi di violenza che hanno in qualche modo preoccupato la madre e questi fatti sono stati decisivi per la decisione della Cassazione. Al padre non è mai stata negata la possibilità di partecipare alla vita del figlio, ma non ha mai accettato di seguire un corso di educazione alla genitorialità come richiesto dagli assistenti sociali". Infine una considerazione sulla sentenza: "L’omosessualità della madre non è stata assolutamente rilevante, non ci aspettavamo queste polemiche".