La scomparsa di Brigitte Bardot il 28 dicembre 2025 ha chiuso una delle vite più emblematiche del Novecento. A 91 anni, l'attrice che incarnò la liberazione sessuale e la ribellione agli schemi tradizionali lascia dietro di sé un'eredità complessa, intrecciata tra l'impegno appassionato per la difesa degli animali e relazioni familiari segnate da distanze incolmabili. La questione successoria che si apre ora è lo specchio di queste tensioni: da un lato la volontà dell'artista di destinare il suo patrimonio alla causa animalista, dall'altro i vincoli della legge francese che tutelano i diritti del figlio Nicolas-Jacques Charrier.
Un patrimonio da dividere -
Il patrimonio accumulato da Brigitte Bardot nel corso della sua straordinaria carriera viene stimato intorno ai 65 milioni di dollari. Una cifra considerevole che comprende non solo i proventi delle sue interpretazioni cinematografiche e i diritti d'immagine, ma anche proprietà immobiliari di grande valore. Tra queste spicca la celebre villa La Madrague a Saint-Tropez, valutata tra i 25 e i 30 milioni di dollari, dove l'attrice si ritirò definitivamente nel 1973, voltando le spalle al cinema dopo una carriera folgorante. Oltre a questa residenza iconica, il patrimonio comprende una tenuta sulle alture della Costa Azzurra e altri immobili.
La volontà di Bardot era chiara: destinare la maggior parte dei suoi beni alla Fondation Brigitte Bardot, l'organizzazione che aveva creato nel 1986 per dare voce a chi non ne ha. Nel corso degli anni, l'attrice aveva già donato La Madrague alla fondazione e venduto numerosi beni all'asta per sostenere l'attività dell'organizzazione. Secondo il suo biografo Yves Bigot, gran parte della fortuna era già stata convogliata verso la causa animalista, con l'ipoteca sulla villa e la vendita di altre proprietà, come una residenza a Cannes del valore di circa sei milioni di euro messa in vendita nel 2020.
Il vincolo della legge -
Tuttavia, il sistema successorio francese impone dei limiti precisi a questa volontà. La legge prevede infatti la cosiddetta réserve héréditaire, una quota del patrimonio che deve obbligatoriamente essere riservata ai discendenti diretti. Nel caso dell'attrice, questo significa che almeno la metà dei suoi beni deve andare al figlio Nicolas-Jacques Charrier, indipendentemente da quanto stabilito nel testamento. L'avvocato Enrico Castaldi, fondatore dello studio italo-francese CastaldiPartners, spiega a "Repubblica" che una volta aperto il testamento, il figlio avrà la possibilità di intentare un'azione legale se verificherà che le donazioni effettuate in vita dalla madre hanno leso il suo diritto a ricevere la quota legittima.
La parte restante del patrimonio può essere liberamente assegnata attraverso il testamento. È qui che entra in gioco anche l'ultimo marito di Bardot, Bernard d'Ormale, ex consigliere del Front National, che potrebbe ricevere una quota se previsto dal testamento. D'Ormale fu l'ultimo ad ascoltare le parole dell'attrice: un affettuoso "piou piou" pronunciato pochi attimi prima di morire.
Un rapporto mai risolto -
Il legame tra Brigitte Bardot e suo figlio Nicolas-Jacques, nato nel 1960 dal matrimonio con Jacques Charrier, è sempre stato segnato da una frattura profonda. La maternità arrivò in un momento in cui l'attrice non si sentiva pronta, come confesserà anni dopo nella sua autobiografia "Initiales BB". Le sue parole furono durissime: "Me lo portavo dentro come un tumore che si nutriva di me, aspettavo solo il momento benedetto in cui me ne sarei finalmente sbarazzata, avrei preferito mettere al mondo un cagnolino". Dichiarazioni che testimoniano quanto quel periodo fosse difficile per lei, divisa tra la carriera al culmine del successo e una maternità vissuta come un peso.
Nicolas-Jacques crebbe lontano dalla madre, in Norvegia con il padre. Da adulto costruì la sua vita sposando la modella Anne-Line Bjerkan e diventando padre di due figlie, Théa e Anna, le nipoti che hanno sempre percepito la presenza della nonna come un'ombra potente ma distante. Nel corso degli anni, madre e figlio tentarono un riavvicinamento, senza però mai riuscire a colmare del tutto quella distanza originaria. Nel settembre del 2025, pochi mesi prima della morte dell'attrice, Jacques Charrier si spense, aggiungendo un'ulteriore perdita alla vita di Nicolas-Jacques.
Il futuro della fondazione -
La Fondation Brigitte Bardot rappresenta l'eredità più autentica che l'attrice desiderava lasciare. Nata quasi quarant'anni fa, l'organizzazione opera in Francia e all'estero occupandosi di protezione animale attraverso rifugi, campagne di sensibilizzazione e azioni legali contro le pratiche che ledono il benessere degli animali. Per Bardot, che nel 2006 aveva dichiarato che "la ricchezza mi disgusta", destinare il proprio patrimonio a questa causa non era una semplice scelta testamentaria, ma un atto con un significato profondo: trasformare il proprio nome in uno strumento concreto di cura e tutela.
Secondo quanto confermato dalla stampa francese, la fondazione continuerà la sua attività anche dopo la scomparsa della fondatrice, mantenendo vivo lo spirito originario. Le risorse che riceverà dall'eredità, dopo il rispetto delle quote di legge, permetteranno di proseguire e rafforzare l'impegno quotidiano per la protezione degli animali. È questa la dimensione dell'eredità che Bardot considerava davvero importante: non ciò che si possiede, ma ciò che si lascia dietro di sé, le vite che si possono trasformare attraverso un impegno concreto e duraturo.
La polemica sui funerali -
Anche la morte dell'attrice ha scatenato controversie. Eric Ciotti, alleato del Rassemblement National di Marine Le Pen, ha chiesto al presidente Emmanuel Macron di organizzare una commemorazione nazionale per celebrare l'icona del cinema francese. La richiesta ha però trovato l'opposizione della sinistra: il segretario socialista Olivier Faure ha ricordato che i funerali di Stato sono riservati a chi ha reso servizi eccezionali alla nazione. "Brigitte Bardot è stata certamente una grande attrice, un'icona del cinema, ma ha anche voltato le spalle ai valori della Repubblica ed è stata più volte condannata per razzismo", ha dichiarato Faure.
Bardot sarà sepolta nel cimitero marino di Saint-Tropez, anche se inizialmente avrebbe desiderato essere sepolta proprio alla Madrague. Il comune ha però spiegato che la villa sorge su un terreno sabbioso vicino al mare, soggetto a rischio di frane, rendendo impossibile esaudire questo ultimo desiderio. Così, l'icona che incarnò libertà e ribellione riposerà nel luogo che per decenni fu il suo rifugio, quel Saint-Tropez dove nel 1973 decise di chiudere con il cinema, dopo tre divorzi, alcuni tentativi di suicidio e una vita vissuta sempre ai limiti delle convenzioni.