Secondo l'assessore alla Scuola del Comune di Bologna i militari vanno filtrati quando parlano con giovani. Secondo Daniele Ara, c'è il rischio di "derive culturali". Dialoghi degli organismi militari con i giovani che "vanno un attimo filtrati quando si parla con le nuove generazioni". Così, l'assessore alla Scuola e all'Educazione alla pace e non violenza del Comune di Bologna, Daniele Ara, secondo cui pur ribadendo che non si tratta di una critica alle forze dell'ordine o agli organismi democratici, si avverte il rischio di "derive culturali" che potrebbero ad affermare che "la guerra sia un fatto quotidiano delle persone".
"La scuola ha difficoltà a organizzare dibattiti liberi" -
Partecipando alla presentazione delle iniziative promosse per l'1 gennaio dalla rete pace e nonviolenza dell'Emilia-Romagna l'assessore felsineo ha poi aggiunto -riferendosi alle polemiche per un webinar con Francesca Albanese e per l'annullamento di un incontro con due obiettori di coscienza israeliani in due istituti scolastici bolognesi - di notare "una difficoltà nel mondo della scuola nel poter favorire i dibattiti liberi, la scuola non deve essere faziosa, ma deve però fare anche i dibattiti scomodi e nell'autonomia scolastica attuale io percepisco una difficoltà nei dirigenti scolastici nel consentire lo sviluppo di un dibattito il più ampio possibile, perché c'è un tentativo nazionale di bloccare alcuni ragionamenti, questo ci preoccupa".
Per Ara il "tema dell'egemonia culturale che il governo attuale vive con tanta preoccupazione deve essere un attimo stemperato, le comunità educanti devono avere la libertà di discutere tutti i temi della contemporaneità, anche di quelli più scoperti"