L'operazione che ha portato all'arresto del presidente dei "Palestinesi in Italia" Mohammad Hannoun "è indiscutibilmente un grande risultato investigativo ed è la conferma concreta dell'impegno che il nostro apparato di sicurezza sta profondendo nel fronteggiare ogni possibile rischio terroristico. Proprio per questo, si può dire che siamo in allerta costante ma senza per questo dover cedere all'allarmismo". Lo afferma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'indagine, seguendo l'insegnamento del giudice Falcone, si è concentrata sui finanziamenti ad Hamas: "Oggi più che mai è un caposaldo delle strategie investigative per fronteggiare e sconfiggere le attività di organizzazioni criminali e terroristiche".
"Nel caso - prosegue Piantedosi in un'intervista a QN -, pur con la doverosa presunzione di innocenza, è stato squarciato il velo su comportamenti e attività che, dietro il paravento di iniziative a favore delle popolazioni palestinesi, celavano il sostegno finanziario e la partecipazione a organizzazioni con vere e proprie finalità terroristiche di matrice islamista".
Esiste un rischio concreto di infiltrazioni terroristiche nelle manifestazioni pro-Palestina? "Questo rischio c'è - afferma ancora il ministro dell'Interno -, è sondato dagli investigatori e bisogna stare molto attenti. Gli arrestati sono personaggi che vanno a costituire quell'area grigia tra quelle che sono iniziative di sostegno alla causa palestinese ma che in realtà qualche volta mascherano attività di vero e proprio sostegno alle azioni terroristiche. Gli arrestati erano persone molto attive nell'ambito delle manifestazioni che ci hanno impegnato nei mesi trascorsi".
Comunità palestinesi in Italia: "No criminalizzazione" -
"Le comunità palestinesi in Italia esprimono piena fiducia nella magistratura italiana e profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo nel Paese in relazione agli arresti recenti, che rischiano di assumere i contorni di un'azione repressiva nei confronti del movimento palestinese e della solidarietà con la Palestina". È quanto si legge in una nota. "In questo contesto - prosegue la nota - confidiamo nel rispetto dei principi fondamentali dello Stato di diritto, affinché siano assicurati trasparenza, imparzialità e piena tutela dei diritti di tutte le persone coinvolte".